sabato 22 ottobre 2005

"Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood


Trama: in questo romanzo gli anni ’80 non sono come quelli da noi appena vissuti: gli Stati Uniti sono diventati uno Stato totalitario ed incombe sul paese la devastazione causata dalle radiazioni atomiche. Le donne ancora in grado di procreare vengono rapite e costrette a vivere come Ancelle, l’unico scopo di queste donne è garantire una discendenza alla élite dominante; uniche alternative: il lavoro come detenute nelle Colonie o come prostitute per i ricchi. Pene severe sono previste per chi cerca di contrastare il governo, ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare la possibilità e, forse, il successo di una ribellione.

Questo è stato il primo libro che ho letto della Atwood, pensavo di trovarmi di fronte al solito libro di fantascienza noioso, dagli argomenti ormai fin troppo comuni (alieni, dittatura, annullamento dell’essere umano, colonie su altri pianeti, ecc…) ma questo testo è sì una sorta di libro fantascientifico e tratta circa gli argomenti che ho citato poco sopra, ma nel suo insieme è molto differente dal resto della produzione in questo campo (primo su tutti il noiosissimo P. K. Dick).

Il libro è diviso in due parti, la prima è il romanzo vero e proprio mentre la seconda è una sorta di relazione contenente “fonti storiche” attraverso le quali si cerca di capire chi sia stato a scrivere la prima parte (stesso metodo che troviamo ne “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni).

La donna che ci racconta nella prima parte del romanzo la sua vita, vive nella Repubblica di Galaad, ciò che prima erano gli Stati Uniti d’America, ed è stata rapita dopo il colpo di stato ad opera di un gruppo di fanatici estremisti di destra che hanno da quel momento instaurato un potere di tipo totalitario: libertà di parola, pensiero, stampa sono assolutamente vietati in modo da annullare l’essere umano e farlo rientrare in certi canoni da loro imposti, la popolazione viene divisa in classi sociali e solo le più alte, capitanate dai Comandanti, hanno agevolazioni e alcuni diritti.

La narratrice, insieme a tutte le altre donne ancora in grado di procreare, viene costretta a vivere in quello che viene definito “Centro Rosso” e a prendere l’identità di Ancella, in questo modo la vita trascorsa prima dell’arrivo nel centro è annullata e lei stessa da molto tempo ormai non ha più notizie del marito e della figlioletta.

Le Ancelle sono un privilegio delle alti classi e vengono utilizzate dalle famiglie sterili per avere dei discendenti.

Lei diventa così “Difred”, la donna di Fred, e una volta finito il suo compito (partorire il bambino e lasciarlo alla famiglia) verrà spedita in un’altra casa e prenderà il nome del nuovo capo famiglia con il quale dovrà, come è successo con il precedente, avere rapporti sessuali sostituendo la moglie sterile per dargli un erede.

Non sapremo mai il suo vero nome, che lei dirà solo a Nick (l’autista della famiglia del Comandante Fred), l’uomo di cui si innamorerà, ricambiata, ma che vedrà sempre come la sostituzione del marito perduto anni prima.

La scrittrice si è ingegnata in tutti i modi pur di non rivelare il vero nome della protagonista, ma se questo fatto può essere trascurato o analizzato per dare i più svariati significati all’opera, avrei preferito che venissero dati più dettagli sulla situazione del nuovo Stato che è diventato l’America e sul resto del mondo (dato che viene esplicitamente detto che ci sono dei turisti giapponesi arrivati in America per un viaggio di piacere e quindi sembrerebbe che nel resto del mondo la vita scorra normalmente), sulle Colonie in cui venivano spediti gli esseri umani inutili (donne sterili, uomini colpevoli di reati, malati, bambini deformi nati dalle Ancelle o prima del colpo di stato, ecc…), sulla diffusione delle radiazioni atomiche che hanno causato la sterilità della maggior parte della popolazione, sulla guerra in atto e su tanti altri aspetti che potevano essere interessanti per il lettore e che invece l’autrice ha omesso nonostante Difred riesca per vie traverse a saperle dal Comandante.

Oltre a questo difetto trovo che la scrittura sia a volte piatta, monotona e pesante da seguire, rende anche gli avvenimenti più straordinari e significativi dei fatti ordinari e che sembrano non influenzeranno lo svolgersi della vicenda, non incute spavento, suspance nel lettore; per questo motivo si rischia di annoiarsi durante la lettura del libro.

La seconda parte è una relazione scritta moltissimi anni dopo da un professore universitario che ha cercato di ricostruire la vita nella Repubblica dopo il colpo di stato, tramite l’analisi del racconto fatto dall’Ancella (ecco il perché del titolo) e inciso su musicassette.

Veniamo così a scoprire e a capire molti aspetti oscuri della vicenda, anche se trovo che quest’ultima parte poteva essere eliminata: ci vengono negate molte informazioni per tutto il corso del libro per poi esserci inutilmente date alla fine.

E’ comunque un’opera di estrema attualità, nella quale possiamo trovare elementi riconducibili ai recenti avvenimenti politici e sociali nel mondo, e vale la pena leggerla una volta sorpassati gli scogli sopraccitati, inoltre è molto differente dai soliti romanzi di fantascienza, che non ho mai apprezzato, e credo che l’unica autrice che si possa associare alla Atwood sia Ursula K. Le Guin.

8½/10

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