domenica 13 novembre 2005

"Frida" di Julie Taymor


Trama: il film ripercorre la vita della pittrice messicana Frida Kahlo segnata dall’incidente che ebbe a 18 anni in cui rischiò di morire e che le causò dolorosi strascichi per tutta la vita, e la tormentata storia d’amore con il pittore Diego Rivera.

Il film, prodotto e interpretato da Selma Hayek che qui vediamo vestire i panni della protagonista, ha beneficiato anche dello speciale fondo istituito in nome della pittrice. Ma la regista avrebbe potuto affrontare un film biografico di questo tipo in modo diverso.

Non mi è piaciuto l’eccessivo soffermarsi sulle storie d’amore della Kahlo, tra il marito, le amanti, gli amanti e i personaggi politici, che hanno così spostato l’attenzione su questo lato della vita della pittrice lasciando in secondo piano quello artistico, ben più importante.

La pittura è presente nella pellicola tramite tableaux-vivant (cioè veri dipinti che vengono ripresi e ricreati in studio e “interpretati” dagli stessi attori) che ripercorrono le tappe più importanti della vita della Khalo, ma non si può certo relegare così l’opera di questa pittrice che si è fatta conoscere nel resto del mondo solo dopo gli anni ’80, e credo siano veramente poche le persone che conoscono la sua arte in maniera approfondita; in questo modo quello che traspare dalla pellicola è solo l’aspetto più moderno, scabroso e anticonformista della pittrice (lei che nascosta in un armadio amoreggia con il primo fidanzato, lei a letto con una donna conosciuta in un locale, lei che balla il tango con un’altra donna, ecc…) e della sua passione per la pittura si riesce a capire ben poco!

Brutta la sequenza in cui a Frida viene tolto il gesso che l’ha costretta a letto per nove mesi dopo il tragico incidente, dove il gesso aperto dalle forbici del medico viene paragonato al bozzolo delle farfalle che lei disegnava per scacciare la noia: nasce in lei una Frida che è pronta ad aprire le ali per una nuova fase della sua vita. Veramente una brutta scena, vista e stravista.

L’unica attrice italiana presente le cast, Valeria Golino, passa inosservata anche per la solita espressione addolorata che ha sempre quando recita.

Ma poi perché terminare il film con la sequenza del funerale della Kahlo, che aveva deciso di farsi cremare, con quella bruttissima inquadratura del letto avvolto dalle fiamme sul quale si intravede il corpo che dovrebbe essere quello della pittrice?

3/10

Esempi di tableaux-vivant:

“Autoritratto con capelli tagliati” (1940) di Frida Kahlo e Selma Hayek nel film “Frida”



“Autoritratto con scimmia” (1938) di Frida Kahlo e Selma Hayek nel film “Frida”

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