sabato 19 novembre 2005

"La spettatrice" di Paolo Franchi



Trama: Valeria conduce una vita solitaria a Torino, ha solo un’amica e per lenire il senso di inadeguatezza che la tormenta trova sollievo spiando il suo vicino di casa. Quando l’uomo si trasferisce a Roma lei decide di seguirlo.

Il tema tragico e impegnato con cui Franchi ha deciso di esordire come regista è affrontato in maniera adeguata e convincente, soprattutto grazie alla bravura di Barbora Bobulova che è riuscita a calarsi completamente nel personaggio protagonista sul quale grava la buona riuscita del film.

La sequenza iniziale mi ha molto ricordato, complice la colonna sonora, i film di Alfred Hitchcock e in particolare “La finestra sul cortile”: Valeria spia nel buio della sua stanza il dirimpettaio Massimo cercando di scacciare in quel modo i demoni che la perseguitano, così come succede (in un certo senso) a Jeff in “La finestra sul cortile” che, per trovare uno svago alla condizione di malato in cui si trova, spia i vicini del palazzo di fronte.

Ed è proprio nel ruolo di semplice spettatrice che Valeria vive la sua vita, non riesce ad interagire con chi le sta intorno, nemmeno con l’unica amica che non perde tempo ad invidiarle la sua capacità di stare da sola; stesso discorso le farà Massimo quando i due si incontreranno, non proprio casualmente, a Roma dove la giovane lo ha seguito.

Anche a Roma però Valeria è sola e il senso di angoscia che percepiamo guardandola camminare per strada, lavarsi in uno squallido bagno d’albergo, bere un caffè in un bar, non l’abbandona; ma mentre prima eravamo noi che guardavamo gli altri attraverso i suoi occhi, adesso siamo noi che spiamo lei dietro una finestra dell’albergo, questo perché Valeria ha preso la prima decisione ferma e definitiva della sua vita: seguire l’uomo di cui si è invaghita per dare una svolta alla situazione in stallo in cui si trova e, non essendo più la spettatrice, il suo ruolo viene passato momentaneamente a noi spettatori.

Una serie di coincidenze (forse troppe) fanno sì che Valeria riesca a insinuarsi lentamente nella vita di Massimo grazie anche alla sua compagna, Flavia, per la quale Valeria inizia a lavorare.

La ragazza ora non è più spettatrice della vita in generale ma, senza volerlo, diventa quella della storia difficile tra l’uomo che ama e la sua compagna, e ne segue il percorso tormentato che porterà fino all’allontanamento reciproco dei due; Valeria è riuscita lentamente ad entrare nella vita di Massimo, così come si era prefissata, il quale ora è divenuto lo spettatore dell’esistenza della ragazza: la segue, la spia dietro una vetrina di un bar, pur di poterla vedere per un solo istante e dirle che la ama.

Così succede, ma Valeria rifiuta davanti al desiderio avverato e scappa rifugiandosi di nuovo nel suo ruolo che la segnata così profondamente da non permetterle di dare una vera svolta alla sua vita, cosa che invece lei stessa è riuscita a fare per le esistenze di Massimo e Flavia.

Molto buona l’interpretazione di Barbora Bobulova e di Brigitte Catillon (grazie anche a Licia Maglietta che l’ha doppiata in italiano), un po’ meno soddisfacente Andrea Renzi che nelle sequenze iniziali sembra solo essere rigido e insensibile (anche quando gli muore il cane), migliora però verso il finale.

7/10


Molto bella la locandina che, se guardata attentamente, dà l’impressione di vedere un occhio il cui sguardo è rivolto alla nostra sinistra: il bavero del cappotto alzato e i capelli scostati dal viso isolano il chiaro del volto della Bobulova, lasciando la parte sinistra della fotografia completamente in ombra dando l’impressione del taglio di un occhio, la cui pupilla è rappresentata dal viso della Bobulova.

Nessun commento:

Posta un commento