mercoledì 9 novembre 2005

"Tre metri sopra il cielo" di Federico Moccia


Trama: Step e Babi si conoscono per caso, dopo una prima diffidenza reciproca dovuta anche all’atteggiamento aggressivo di lui iniziano a frequentarsi. E nulla sarà più come prima.

Step ha quasi vent’anni, è un teppista, un violento, non studia, non ha un vero rapporto con i genitori e passa le giornate con gli amici divertendosi con metodi non troppo legali, sfrecciando sulla moto a 200 km all’ora, picchiando e rubando (nonostante la sua famiglia sia fin troppo benestante).

Babi, anche lei figlia di ricchi, pensa solo ad aggiornare il suo guardaroba con i capi più alla moda, va molto bene a scuola (ma non certo per propri meriti), è una ragazzina perfetta ma viziata.

I due giovani si incrociano ad un semaforo rosso nel centro di Roma e da quel giorno le loro vite cambiano completamente.

Sono Romeo e Giulietta del nuovo millennio, quindi, ma vuoti e stereotipati; i maschi trasudano violenza, e per le loro bravate non verranno mai puniti, soprattutto Step che anni prima venne assolto dall’accusa di pestaggio nei confronti di un uomo. L’assoluzione assicurata non credo sia un messaggio adatto da inculcare nelle menti dei ragazzini a cui il romanzo è destinato, così come l’atteggiamento protettivo dei genitori di Babi nei confronti della figlia nel momento in cui sta per essere espulsa dalla prestigiosa scuola: i genitori si precipitano in presidenza e pagano per mettere a tacere tutto e “risolvere” il problema (“Il bello delle scuole private è che tutto si può risolvere facilmente”, pag. 244).

Tutti questi elementi hanno creato attorno al libro un mito e tutti i giovani dai tredici ai vent’anni hanno sicuramente questo volume che campeggia nelle loro camerette; la frase “Io e te… tre metri sopra il cielo” è scritta anche sui muri del mio paese sperduto nella campagna lombarda; il film tratto dal libro ha dato una ricca carriera all’attore Riccardo Scamarcio che interpreta Step; ma sicuramente quello che ci ha guadagnato di più è stato Moccia, che a botte di 10 € a volume, ha trovato anche il tempo di ristampare il libro nella sua versione originale scritta negli anni ’80, dove Babi è sicuramente una “sfitinzia” e Step un “paninaro”. Costo della prima versione? 15 €.

Ma sono davvero questi i valori dei giovani d’oggi descritti dall’autore? Evidentemente sì, perché come si spiegherebbe altrimenti l’enorme successo del libro? Se Moccia avesse scritto il contrario di tutto questo, nessuno avrebbe comprato il suo romanzo.

Che tristezza.

3/10

P. S.: Da notare che la prima parte del libro segue alternativamente le vicende dei due in modo cronologico, ma contando i giorni risulta che una settimana ne dura nove.

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