lunedì 7 novembre 2005

"Una relazione" di Carlo Cassola


Trama: Mario è costretto per lavoro a spostarsi spesso in treno ed è in uno di questi viaggi che rivede Giovanna, una giovane ragazza con cui aveva avuto anni prima un’avventura. La curiosità di Mario lo spinge a riprovare a riallacciare una relazione con la giovane, la quale prova ancora qualcosa per lui anche se è a conoscenza del suo matrimonio e del figlio che ha appena avuto dalla moglie.

Carlo Cassola è il mio autore italiano preferito, apprezzo la sua capacità nel raccontare con semplicità gli avvenimenti anche più secondari delle vite dei suoi personaggi dandogli però sfumature che altri scrittori non riuscirebbero a dare facendo passare così quegli avvenimenti, descrizioni, sentimenti e storie assolutamente banali.

Quello che infatti mi è piaciuto molto di questo romanzo è stato il modo in cui ci è raccontata la cronaca di un amore fra due persone che a prima vista sembra non doverci trasmettere nulla o poco.

Mario è un uomo che in apparenza sembra essere soddisfatto della propria vita, ma nel proseguire la lettura del romanzo si scopre che non ha un buon rapporto con la moglie ma cerca di tenere nascosto quello che pensa veramente per non turbare quella parvenza di felicità; Giovanna è una ragazza sola, ormai sfatta dalla vita e invecchiata troppo presto anche a causa dei suoi sbagli giovanili, trova però in Mario la persona che è in grado di aiutarla a non sentirsi più ai margini di una società che la condanna additandola come una poco di buono precludendone così una vita come moglie e madre.

Le esistenze dei due protagonisti sono arricchite da analisi psicologiche che ci spiegano approfonditamente le motivazioni di un gesto, di una decisione presi dai due giovani.

In Mario spicca la tenerezza che pian piano fa strada nel suo arido cuore che inizialmente aveva deciso di non aprirsi a Giovanna che vedeva come una semplice preda, una scappatella per dimenticare per poche ore il tedio che lo aspetta a casa.

In Giovanna ho trovato un esempio di ragazza che, anche se sul finire dell’adolescenza si era lasciata andare al divertimento condiviso con i ragazzi, oggi confrontandola con le ventenni del 2000 fa parte di un altro mondo, di un’altra dimensione; Giovanna sa che non potrà mai avere una storia duratura con Mario, ma si lascia andare decisa a provare amore per la prima volta nei suoi ventiquattro anni.

Quello che traspare però in quasi tutti i romanzi di Cassola è la tristezza, l’abbandono finale a un destino che in apparenza sembrava serbarci altro ma che alla fine ci costringe a guardare la dura realtà, dopo aver provato vera felicità.

Nel caso di Giovanna e Mario, la ragazza decide di troncare la loro relazione conscia del fatto di non poterlo avere per sempre al suo fianco, ormai lei è una donna matura e sa di esserne solo l’amante e che non potrà mai contare niente nella sua vita anche se lui contraccambia i suoi sentimenti; Mario lascia andare per sempre Giovanna rassegnandosi a riprendere la sua solita routine perché è così che anni prima aveva scelto sposando sua moglie.

A parte la tristezza di fondo, questo romanzo è indimenticabile per i piccoli gesti teneri e affettuosi che i due giovani si scambiano nel corso della loro relazione, due su tutti: Mario che cerca di esprimere quello che prova per Giovanna e che ha sempre cercato di nascondere facendole dei piccoli regali e Giovanna che guarda Mario andare via in treno e che lo saluta con un cenno della mano mentre la nebbia invernale la avvolge tristemente.

9½/10

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