sabato 28 gennaio 2006

"Maria full of grace" di Joshua Marston (2004)


Nonostante abbia riscontrato spesso l’approvazione unanime per la bravura della giovane Catalina Sandino Moreno, che interpreta il ruolo della protagonista, non sono però dello stesso parere né per la bravura dell’attrice né per l’alta qualità del film.
La regia è mediocre e quasi assente, gli attori sembra che vengano spesso lasciati soli davanti alla macchina da presa con la conseguenza di vederli ripetere a papera le battute del copione.
La Sandino è a volte troppo finta, come nella sequenza in cui scoppia in lacrime davanti alla sorella della sua “amica”, non mi sembra quindi che il premio vinto a Berlino se lo sia così meritato.
Lo svolgimento della storia ha in alcuni punti dei picchi che sembrerebbero portare chissà dove oppure verso il termine definitivo del film, invece la vicenda prosegue con degli intrecci un po’ paradossali.
Non c’è dubbio che il tema trattato è molto attuale e viene affrontato, o almeno si è cercato di affrontarlo, nel modo più vero possibile anche se con scarsi successi (poco impegno, direi).
Nemmeno è sufficiente la seconda parte del film, che si svolge negli Stati Uniti, cruda e deprimente in cui Maria non sembra essersi allontanata molto dal suo paese natio (dato che viene ancora emarginata e trattata di conseguenza): dovrebbe essere la parte portante di tutta la pellicola, in cui ci viene meglio illustrato il desiderio di Maria, di riscattarsi e di cambiare vita, invece è proprio qui che casca tutto, intrecci poco credibili (come già detto in precedenza) e pathos scadente.
Il finale credo che sia la parte riuscita meglio, anche se si sarebbe potuta sprecare qualche battuta in più, ma evidentemente il regista si era già troppo concentrato sui dialoghi precedenti (insignificanti).

6/10

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