venerdì 28 aprile 2006

"Qualcuno da amare" di Barbara Pym


Barbara Pym impiegò più di quindici anni per scrivere questo romanzo con il quale esordì nel 1950.
Quindici anni per produrre un romanzo sentimentale in cui si sprecano citazioni coltissime a sottolineare l’altisssssima estrazione sociale dei personaggi, insulse dichiarazioni d’amore nei confronti di due zitellone snob della media borghesia inglese, disquisizioni sulle tribù indigene africane che c’azzeccano con la trama come i cavoli a merenda, interminabili pagine in cui non succede assolutamente nulla se non un banale raffreddore ai danni di una delle due zitellone protagoniste e per il quale si mobilita mezzo paese (manco avesse preso la gonorrea!).
Basta aprire il libro e seguire a caso le monotone vicende delle due inglesone, per capire che ci si trova davanti ad un’opera letteraria di dubbio valore.
E poi ci si chiede come mai l’autrice passò inosservata e sottovalutata per quasi trent’anni…

5/10

P. S.: il titolo originale dell’opera è “Una mite gazzella” (a citazione di una poesia a cui spesso si fa riferimento).
Ecco, se la vedete in giro, abbattetela!

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