sabato 1 aprile 2006

"V per vendetta" di James McTeigue (2005)


Premetto che non ho mai letto il fumetto da cui questo film è stato tratto, quindi non so se il regista sia rimasto fedele all’originale oppure no.
Il film comunque è un magma di generi e citazioni che spaziano dal cinema alla letteratura, dalla politica ai fatti di cronaca odierni: “Il Conte di Montecristo” di Alexandre Dumas, “Il fantasma dell’opera” di Gaston Le Roux, Zorro (Z = Zorro, V = Vendetta), il Cavaliere Mascherato, “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, “1984” di George Orwell, tutti i libri di Philip K. Dick, gli incappucciati di Abu Ghraib, persecuzioni nazi-fasciste, “La bella e la bestia”, i preti pedofili, “Mission: Impossible” con Tom Cruse, eccetera, eccetera…
A causa di tutti questi scopiazzamenti e citazioni, la linearità della trama diviene un po’ carente in alcuni punti, e mi chiedo chi fosse il tizio con gli occhiali che ha il compito di rapare a zero Evey, dato che poi si scopre che…nel “carcere” c’erano solo lei e V.
E ne risente anche la fotografia, troppo legata al genere fumettistico, al punto che sembra di vedere quei video-clip dove si passa alternativamente dal girato classico all’animazione.
Vorrei anche spendere qualche parola sul tema trattato, dal quale deduco che un popolo oppresso, avendo a disposizione miriadi di stratagemmi per ottenere l’agognata libertà - come la storia insegna - non andrà però troppo per il sottile, scegliendo così di piazzare un ordigno da una tonnellata di tritolo che, una volta esploso, ci delizierà anche con i suoi meravigliosi fuochi d’artificio.
Era proprio necessario? Questo non credo sia l’unico modo per ottenere la libertà vendicandosi!
I dialoghi in alcune sequenze sono davvero ridicoli e incomprensibili (“Una vendetta senza un ballo non è una vendetta!”, mmmh…prego?).
E la subdola pubblicità alla LG?
Inoltre sembra che ormai nella cinematografia odierna, un film non è ritenuto degno di esserlo se non ci si infila anche la solita storia d’amore. Ma il problema non sarebbe sorto se il discepolo non fosse stato di sesso opposto a quello del suo mentore, e in quel momento ho avuto una raccapricciante e inspiegabile visione: Edmond Dantès che amoreggia con l’abate Faria.
Brrr…

6½/10

Nessun commento:

Posta un commento