giovedì 15 giugno 2006

"Io sono Charlotte Simmons" di Tom Wolfe

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La frase “io sono Charlotte Simmons” viene ripetuta come un mantra dalla protagonista del libro, e in 777 pagine assistiamo alla sua maturazione che passa, in successione, da tipica sfigata-perbene a sfigata-stronza per diventare infine la classica donna-arrivista-emancipata.
Oltre agli stratagemmi non troppo ortodossi adottati da Charlotte per far valere la sua persona e la sua bravura nel campus universitario, che la ignora totalmente dove è approdata con una borsa di studio, nel libro vengono presentati diversi comprimari che si dimostrano essere non meno peggiori della protagonista.
Personalmente non mi sono affezionata a nessuno dei personaggi, tanto meno alla candida e virginale Charlotte. L’indifferenza verso i protagonisti è anche accentuata dai lunghissimi flussi di coscienza che scandagliano i loro pensieri più intimi ed espliciti, mostrando così i lati più oscuri e meschini di ognuno di loro, anche della stessa Charlotte, colei che nel terzo capitolo si tappa le orecchie per non sentir pronunciare la parola “cazzo” dalla compagna di stanza e che da pagina 519 invece…
Non entro nei particolari, perché svelarne anche solo uno rovinerebbe tutto il libro, i suoi colpi di scena (non troppo eclatanti ma che mirano comunque a sorprendere il lettore) e soprattutto l’impegno che si deve avere per arrivare alla fine delle 777 pagine.
La mole del libro è comunque relativa, dato che la storia è scorrevole ed è scritta molto bene (nonostante gli sproloqui cervellotici) e l’odio verso l’angelica Charlotte e i suoi “amici” non riduce affatto l’interesse per le loro vicende. State certi che anche il più scettico arriverà fino alla fine del tomo, seppur con un certo fastidio (come è capitato alla sottoscritta).
In molti si sono lamentati per il finale, io invece l’ho trovato molto azzeccato: dopo l’interminabile “percorso spirituale” della nostra Charlotte, non mi sorprende che le sue vicende finiscano così; è un degno finale per una ragazza che si prefissa ogni azione come “conveniente”, ogni sua decisione è atta solo ad accelerare il coronamento dei suoi ambiziosi desideri, e quale ultima e determinante scelta se non quella raccontata nell’ultimo capitolo? E guarda caso la parola “convenienza” (in uno dei suoi derivati) è proprio presente nell’ultima frase che chiude definitivamente il libro.

7/10

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