martedì 25 luglio 2006

"La luna e i falò" di Cesare Pavese

img228/8642/lalunaeifalgh6.jpg

L’ultimo libro di Pavese l’ho trovato molto simile a “Il giorno del giudizio” di Salvatore Satta, entrambi affrontano una trama simile - il ritorno al paese natio con conseguente esame di coscienza verso il tramonto della propria esistenza - restando però su due linee di stile ben diverse.
Pavese riesce a inserire nel racconto degli aneddoti di vita vissuta molto interessanti, molti dei quali mi hanno fatto ricordare i racconti delle mie nonne; questo, nel libro di Satta, non c’era, tanto era un romanzo composto soprattutto seguendo il filo sconclusionato dei pensieri, il cui stile di scrittura non aiutava certo il lettore a stare al passo del narratore.
In “La luna e i falò” la desolazione e il pessimismo - che ricordano molto quelli di Satta - segnano solo in parte la narrazione; un minimo di serenità lo crea il protagonista nel momento in cui si affeziona ad un bambino maltrattato dai famigliari.
Ma per la sottoscritta, pur avendo dei punti di forza nello stile e negli aneddoti raccontati, questo romanzo finirà presto per l’essere dimenticato fra i libri a me non molto graditi. E’ un genere di libri, questo, che non mi entusiasma, forse perché, essendo il tema centrale del racconto il ritorno al passato con esame di coscienza finale, mi ricorda quanto io non sia propensa a “tirare le somme” della mia vita…

6/10

Nessun commento:

Posta un commento