mercoledì 9 agosto 2006

"Il metrò assassino", "Il segreto del mago" e "Profumo di delitto" di Elizabeth Howard

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Letti molti anni fa da adolescente, questi libricini destinati ad un pubblico femminile li ho ritrovati molto avvincenti e ben scritti. Nonostante sia passato molto tempo, e io ormai sia quasi una donna, le piacevoli impressioni avute all’epoca della lettura sono state ampiamente riconfermate.
Paris MacKenzie, la sedicenne protagonista della serie che porta il suo nome (“Il mio nome è Paris” composta da tre volumi), nel corso delle avventure e degli intrighi in cui incappa, matura adeguatamente fino a perdere l’iniziale spavalderia che la contraddistingueva, diventando una signorina a tutti gli effetti.
Questa è una caratteristica importante perché la serie è destinata soprattutto ad un pubblico femminile tra i 12 e i 16 anni.
Inoltre, non si deve pensare che essendo romanzi per ragazzine, siano poco “complicati” e di facilissima lettura: hanno tutte le caratteristiche (seppur alleggerite un poco) dei gialli di Agatha Christie - giusto per fare un esempio - con tanto di false piste, colpi di scena e situazioni di stallo da far lambiccare il cervello.
Alcuni punti però della trama portante dei primi due volumi (collegati fra loro e aventi molti personaggi che ritornano più volte sulla scena), non vengono risolti del tutto, tanto che si pensa che nel terzo e ultimo libro ci siano dei risvolti conclusivi anche per i misteri risolti a metà dei primi due episodi; invece nell’ultimo romanzo si cambia completamente scena e ci si ritrova con Paris ospite addirittura nella villa di Monet, escludendo quindi a priori ulteriori spiegazioni sulle avventure precedenti.
Anche lì non mancherà l’ennesimo giallo da risolvere, che darà di nuovo del filo da torcere alla Sherlock Holmes in gonnella, ma viene fatto un quadro generale della personalità di Monet davvero assurdo: Paris ha modo di conoscerlo molto da vicino essendo sua ospite, ma lo descrive come un mezzo pazzo lunatico con seri problemi mentali…
Non so su quali basi l’autore (e non autrice, perché in realtà il suo vero nome è Michael Hardwich) abbia potuto costruire la personalità del famosissimo pittore; resta il fatto che non mi ha dato una buona impressione: è troppo duro e ridicolo nel descrivere un personaggio del calibro di Monet, cosa che mi fa pensare che in realtà siano informazioni distorte e create ad hoc per il romanzo.
A parte questa piccola critica, consiglio la lettura di questa serie non solo alle adolescenti ma, perché no, anche a chi ormai ha passato da molto tempo quell’età.

“Il metrò assassino” 7½/10
“Il segreto del mago” 7½/10
“Profumo di delitto” 6/10

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