giovedì 21 settembre 2006

"Cristalli sognanti" di Theodore Sturgeon

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Conoscevo solo di fama Sturgeon, perché associato alla letteratura fantascientifica, ma “Cristalli sognanti” non parla solamente di attacchi alieni ed esseri mostruosi, è piuttosto una delicata metafora in cui viene messa in discussione l’ipocrisia dell’uomo nei confronti di chi ritiene “diverso”.
Nel libro i diversi sono i componenti di una carovana circense, i “fenomeni da baraccone” che fino a pochi decenni fa attiravano molti spettatori; attraverso le vicende del protagonista, Horty, accolto nella carovana, il lettore può capire che cosa significhi essere considerato inferiore, e che in realtà quei “mostri” cercano solo di essere accolti e considerati come chiunque altro, perché sono più umani loro di qualsiasi essere ritenuto normale: “L’umanità è un concetto vicino, incredibilmente vicino agli esseri anormali, che anelano a confondersi con gli altri, che anelano ad essere come gli altri (…) che tendono avidamente verso quell’idea di uguaglianza, di partecipazione al tutto”.
Secondo me, quindi, è riduttivo inserire questo romanzo nel solo genere fantascientifico, perché ha numerose chiavi di lettura, molto profonde e attuali; perché narra anche di filosofia e del concetto di umanità; perché non ha come protagonisti i soliti alieni con le astronavi ma uomini che affrontano la loro diversità con orgoglio e ci insegnano a superare le apparenze e ad andare oltre.
Forse la parte finale del racconto è un po’ troppo affrettata e poco approfondita per quanto riguarda la soluzione dei rapporti fra i vari personaggi - fin lì molto ricchi psicologicamente e tormentati quanto basta per poter avere di che parlarne ancora per molto - ma riesce comunque a sottolineare per un’ultima volta il suo vero messaggio.

8/10

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