venerdì 15 dicembre 2006

"Marie Antoinette" di Sofia Coppola (2006)

img224/1526/marieantoinettefq7.jpg

Con l’intento di distaccarsi completamente dai tradizionali film in costume, la Coppola (di cui è il primo film che vedo) tenta di rivisitare il tutto con una colonna sonora “agli anni ‘80” pensando che possa bastare per creare un film fuori dai classici canoni.
Ma a parte la bella colonna sonora, composta di brani firmati dai The Cure ai New Order (che mi hanno sempre accompagnato nel mio periodo teen-ager... quanti ricordi...), i titoli di testa e la locandina molto eighties, l’intero film se in un primo momento mi è parso molto innovativo e “cacchio la Sofia ha creato un nuovo genere!”, col senno di poi invece l’elemento che ha scatenato il mio primo parere è unicamente da collegare ai soli tre fattori già citati (colonna sonora, locandina e titoli di testa), perché in realtà la Coppola per quanto riguarda le riprese, la fotografia, ecc... l’ho trovata, sì magnifica, ma molto classica. Stringi, stringi e la minestra è sempre quella.
Immaginatevelo senza audio e troverete l’intero film stupendamente girato (che colori la pellicola e che scenografia!) ma di una noia mortale; quello che fa la differenza è quindi soltanto la colonna sonora che, con le sue sonorità “moderne” con una chitarrina elettrica e via - quando invece ci si aspetta un clavicembalo e una spinetta ad accompagnare le immagini - può trasformare completamente l’intera impostazione del film.
Questo è decisamente un punto a suo favore, ma la Coppola non credo abbia trovato un nuovo modo per illustrare la vita dei reali di turno e per girare un film in costume.
Ma è davvero sorprendente come le immagini, raramente accompagnate da lunghi dialoghi, tutt’al più da brevi botta e risposta, siano amalgamate senza effetti spiacevoli con la colonna sonora alla “Donnie Darko”; è un effetto davvero inusuale che si percepisce ed è per questo, ripeto, che “Marie Antoinette” lo si ritiene diverso.
Diverso però ancora fino a un certo punto, perché non mancano momenti di melodie barocche, ed è come se la Coppola non riesca a staccarsi completamente dai modelli classici, dai manierismi, e continui a cadere nelle tecniche usuali.
Un miscuglio di nuovo e vecchio che resta comunque piacevole, ma urlare al “genio” per questo punto di vista non direi.
E’ invece di gran bravura il lavoro svolto con la macchina da presa, la fotografia, i costumi e la scenografia, in un tripudio di sfarzo e lusso, ma anche semplicità all’occorrenza, che è uno spettacolo per gli occhi.
E per tutto il film c’è poco da capire, ma più da vedere, osservare la vita di Maria Antonietta senza complicazioni di sorta, nella sua monotonia fatta di silenzi (meglio non far sparare cazzate ai personaggi realmente esistiti) e lentezza, resa meno invadente dalla colonna sonora e dal lavoro di regia, e quando è ora di far entrare in scena la Storia il film finisce.

8/10

Nessun commento:

Posta un commento