sabato 17 febbraio 2007

"Baci rubati" di François Truffaut (1968)

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Il personaggio di Antoine Doinel ritorna per la terza volta nelle trame di Truffaut (la prima è “I 400 colpi”, la successiva nel film a episodi “L’amore a vent’anni”), e in una serie di siparietti, comunque non slegati fra loro e sempre logici, entra nel mondo adulto, cerca l’amore vero e un lavoro stabile.
Antoine fa tutto con leggerezza, non si scoraggia se viene licenziato, e se la fidanzata Christine, con la quale ha avuto una lunga storia, non lo desidera più si consola con un “amore” usa e getta a pagamento.
Le bizzarre vicissitudini di Antoine collegate ai diversi lavori da lui intrapresi – da portiere di notte, diventa un impacciato detective privato per finire a riparare televisori - segnano maggiormente la levità dell’intera pellicola, anche se resta sempre una traccia di malinconia e anche un po’ di pessimismo: in fin dei conti il giovane non riesce mai a trovare una stabilità sentimentale e tanto meno lavorativa, ed egli stesso si tormenta più del dovuto quando perde la testa per una donna matura che sa non potrà mai avere.
Ma i due sentimenti – malinconia e senso di libertà - si attraggono, e ci vengono regalate così anche scenette involontariamente divertenti, come quella della caduta (non prevista) di Antoine durante una concitata colluttazione con un cliente nella sede dell’agenzia investigativa. A parer mio è l’esempio di come Truffaut abbia voluto impostare il film, accettando gli imprevisti proprio come in quegli anni di gioventù un ragazzo sa fare, senza preoccuparsi, lasciando correre.
E Antoine finisce infatti per far spallucce alla donna matura, riprende la sua vita turbinosa e se ne va di gran carriera.
Ma dopo amori e baci rubati, il finale è un elogio al sentimento autentico, riassunto nella breve sequenza in cui Antoine e Christine si sono riconciliati, e la m.d.p. segue la scia del loro amore tra un paio di ciabattine abbandonate sul pavimento e i loro corpi nella penombra assopiti, in una tenerezza da far sospirare il cuore.

9/10

Da vedere: la geniale sequenza della posta pneumatica.

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