sabato 10 febbraio 2007

"Pel di carota" di Jules Renard

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La piccola grande tragedia personale di un ragazzetto goffo e sgraziato, Pel di carota, non amato e disprezzato dalla madre e dai fratelli e che solo di tanto in tanto riesce a stabilire un fugace contatto affettivo con il padre, e che cerca di difendersi con le armi della bugia e della falsa indifferenza. Un romanzo che ancora oggi è considerato una delle migliori rappresentazioni del disagio e della solitudine infantile.

Troppo crudele e senza speranza questo piccolo racconto del 1894 con protagonista il famoso Pel di carota; solo ora mi sono resa conto che nelle vicende frammentate di questo bambino la parola “felicità” non esiste, mentre invece ho sempre associato il suo nome ad un riscatto finale in cui lo vediamo elevarsi a piccolo eroe.
Non c’è dubbio che sia stata la mia passata ingenuità di bambina a farmi fraintendere l’intera storia, che letta oggi è (per i miei gusti) troppo feroce e lontana anni luce da un romanzo di formazione per bambini.
E’ più che altro una sorta di riscatto morale dell’autore stesso, verso i soprusi subiti durante l’infanzia e scaturiti dopo la morte della madre con l’arrivo di una nuova moglie per il padre.
Pel di carota non è il triste bambino capace solo di chinare la testa sotto i più svariati rimproveri ma allo stesso tempo di reagire fortificando il suo animo nella maniera più innocente e retta possibile; Pel di carota in realtà è perfido quanto sua madre e i suoi fratelli, subisce le ingiuste prediche ma intanto, alle spalle di chi gli vuole male, ne combina di tutti i colori, e arriva anche a sfogare la sua ira e la sottomissione subita sugli animali che gli capitano a tiro, l’esempio più lampante è quello riportato nel capitolo intitolato “Il gatto”.
Insomma, Pel di carota non è certo esempio di candida purezza come lo poteva essere la piccola fiammiferaia.
Le uniche pagine in cui emergono i veri sentimenti provati dal bambino senza cattiveria e con totale sincerità, sono quelle in cui cerca di instaurare un dialogo con il padre, l’unico in famiglia a degnargli un po’ più di attenzione. Sono pagine a tratti commoventi in cui padre e figlio, con sforzi teneri e impacciati, tentano di superare le barriere erette dagli altri membri della famiglia, di conoscersi e infine volersi bene.
Ma in quei dialoghi e confronti affiora un disagio molto più tragico e distante dalle semplici rivendicazioni capricciose di un bambino: è il pensiero del suicidio, un atto estremo per dare prova di sé al disinteresse e alla cattiveria dei famigliari, una decisione drammatica che rivela quanta sofferenza in realtà Pel di carota provi sotto la sua armatura fredda e impassibile.
Sarà proprio quella rivelazione a far avvicinare definitivamente padre e figlio, ma non basterà purtroppo a cambiare drasticamente la situazione famigliare, che si trascinerà da un’ingiustizia all’altra come sempre.

6/10

“Pel di carota”
Jules Renard
Aurora, Giunti, 6.20 €

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