sabato 24 marzo 2007

Fumetti e manga

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“Emma” n. 3: non so voi ma a me sembra di vedere un film più che leggere un manga. I primi piani muti che si avvicinano ai pensieri dei personaggi, il taglio della tavola, la luce crepuscolare, i tempi d’attesa, ogni fattore concorre a creare quell’atmosfera filmica alla quale manca solo la colonna sonora.
Tutto è poesia in questo manga, è poesia il gesto di Eliza che fa scivolare placidamente sull’acqua del fiume le sue dita, le spalle di William e Eleanor che si sfiorano per caso, la riservatezza e gli sguardi mai diretti di Emma…
La calma continua ad essere l’elemento predominante, ma ogni tanto questa viene sconvolta: come era già successo per l’introduzione del personaggio di Hakim con tanto di elefanti, in questo numero la festa organizzata dalla servitù, con cui ora Emma lavora, dà un tocco (forse un po’ troppo) euforico alla vita della lunga schiera di camerieri/e che abbiamo visto all’opera e ligi agli ordini poche pagine prima insieme alla stessa Emma.
In precedenza ci era stato infatti mostrato, in un alternarsi, lo svolgere delle giornate dei ricchi padroni di casa contrapposto a quello tutt’altro che monotono dei loro servitori – come succede nel film “Gosford Park” di Robert Altman.
Da notare come la sequenza del classico pic-nic con gita in barca dei ricchi di una volta, abbandoni completamente le sfumature grigiastre e malinconiche che avvolgono sempre la vita della gentry, per un chiarore abbagliante.
Nessuno sviluppo per la storia d’amore negata tra Emma e William se non che, mentre lei ricorda con dolore i bei momenti passati con lui, il secondo cerca invece di dimenticarla definitivamente (con non poca fatica però...).
C’è però un nuovo e piuttosto piacente personaggio maschile che guarda con curiosità Emma. Chissà…!

P.s.: navigando in cerca di informazioni sull’anime omonimo, ho trovato questo sito italiano: http://emmaromance.altervista.org/ è ancora in fase di costruzione ma promette bene. ^^

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“Caro fratello” n. 1-4 (serie conclusa) di Riyoko Ikeda: riesumato dall’archivio personale, la mini serie dell’autrice di “Versailles no bara” si rivela a una seconda, più attenta e soprattutto matura ri-lettura una storia tutt’altro che frivola – come invece me la ricordavo erroneamente…
La quattordicenne Nanako si appresta al suo primo giorno di liceo, e intrattiene una confidenziale corrispondenza con un giovane universitario che aveva tenuto una serie di ripetizioni nella sua scuola. Sarà a lui che racconterà, nelle missive, la nuova esperienza scolastica.
L’ambiente liceale (interamente femminile) è per Nanako una completa scoperta: si rivela essere contaminato da invidie, cattiverie e odio reciproco tra le compagne; anche la più pura delle amicizie può rivelarsi essere solamente di comodo o addirittura trasformarsi in qualcosa di morboso.
Inizialmente, presa dall’entusiasmo per la nuova vita da adolescente, non ci fa troppo caso, ma quando anch’essa comincia ad essere presa di mira dalle compagne per essere riuscita ad entrare nell’ambita e selettiva sorority (il corrispettivo delle fraternity maschili nelle università americane) sorgono in lei, di conseguenza, i turbamenti tipici di quell’età.
Lungo i quattro numeri di cui è composta la serie, seguiamo la crescita di Nanako durante il primo anno di liceo; un avvicinarsi all’età adulta strettamente collegato all’esperienze scolastiche, in cui una predominante sarà la scoperta dell’amore.
Così come in “Versailles no bara”, l’ambiguità sessuale (rappresentata da un paio di compagne di Nanako viste dalle giovani studentesse come degli idoli e degli ipotetici “fidanzati”) è presente anche in questo manga, e sfocia a metà racconto in omosessualità.
L’argomento è trattato però con così tanta naturalezza e in modo graduale che non ha nulla di scabroso; peccato però si faccia marcia indietro nell’ultimo numero, dove una serie di agnizioni fanno sì che l’amore fra donne non si concretizzi e addirittura venga negato alla base: fra le tante cose, ad esempio si scoprirà che le due studentesse androgine intrattenevano serie e durature relazioni con coetanei maschi
Nonostante un eccessiva attenzione per colpi di scena e ansie dei vari personaggi, presentati con vera e propria angoscia che si dipinge sui volti, sfondi psichedelici (a mimare la psiche) e reazioni un tantino esagerate, questa serie riesce però ad analizzare l’animo femminile in maniera tutto sommato completa e veritiera, e soprattutto lo fa con il disegno - alla faccia d chi ritiene il fumetto un mezzo tutt’altro che adatto per argomenti di questo tipo! - e attraverso una storia di crescita vicina al romanzo di formazione.
Il tratto della Ikeda è molto adatto, con le sue linee leggere, a questa storia di donne; la sua bravura è sicuramente da approfondire, mi sono decisa infatti a proseguire con il famosissimo “Versailles no bara” di cui avevo visto solo l’anime.

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“Nana” n. 30: chi ha capito il discorso d’amore tra Yasu e Miu, alzi la mano. A me è sembrata una conversazione iniziata tanto per dare aria alla bocca.
A parte il sopraccitato sproloquio [quante volte avrò inserito questa parola nelle recenZioni scritte per questo manga?!?] ormai elemento fisso, in questo ultimo episodio la Yazawa ha imparato una nuova tecnica narrativa: avete presente nei film quando i personaggi hanno dei “flash mentali” che gli ricordano fatti avvenuti nel passato? e questi si presentano come discorsi con voce fuori campo con l’eco, o materializzazione a mo’ di nuvolette con l’intera scena che avviene lì dentro? [se qualcuno riesce a spiegarlo meglio si faccia avanti, che io sono in difficoltà… ^^] ecco, la Yazawa per farci capire che l’ha imparato bene ha seminato flash back di questo tipo praticamente in tutto l’albo. Che brava che è, vero?
E sarà proprio uno di questi flash-back a salvare Nana O. durante un attacco d’asma. Infatti Ren, memore dell’insegnamento di pronto soccorso di Yasu (“Se Nana avesse un attacco d’asma, falle respirare anidride carbonica – E dove la trovo? – Semplice, quando espiriamo emettiamo anidride carbonica”), si limona Nana. Commovente.
I lettori romantici intravederanno in questa scena l’amore che prevarica qualsiasi ostacolo diventando l’unico mezzo di salvezza: “Quando non ci sei, mi manchi come l’aria”.
Per me invece è tutta roba patetica.
Shin e Reira si sono definitivamente lasciati, e mentre Takumi placa (testuali parole della traduttrice!) Nana K. agitata all’inverosimile per aver saputo di quei due cuori infranti, le finte foto scandalistiche di questi ultimi vengono pubblicate su “Search”.
Nana K., cretina com’è, pensa solo al suo nuovo ruolo di fidanzata (?), moglie (?) in carica di Takumi, e chissenefrega dell’orda dei fans assatanate che la vogliono morta.
Colpo di scena finale con un flash-forward (la Yazawa s’è fissata con gli stop-spazio-temporali) abbastanza criptico in cui Nana K., in compagnia della figlia, rivede Takumi.
Cosa sarà successo…?

P.s.: le pagine extra non le leggo manco morta.

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“Strangers in Paradise – nuova edizione” n. 7: un bellissimo numero che ci riporta al primo incontro tra Francine e Katchoo sui banchi di scuola, e in cui si intravede anche un giovane Freddie.
Ci sono pagine divertenti e ironiche, ma anche molto commoventi in cui si parla di amicizia, sogni e le difficoltà di una vita troppo premature e assurde per un’età in cui non si è ancora “adulti”.
Il racconto per ora si conclude con la fine del flash-back per ritornare alla sera in cui Francine aspetta suo marito al ristorante e vede per caso Katchoo.
Il resto dell’albo è costituito da un parodia del telefilm “Xena” di cui Terry Moore era fan, e in cui le nostre eroine prendono il posto di Xena e l’aiutante Olympia (in realtà Gabrielle). Divertente, ma avrei preferito leggere il prosieguo della trama principale.

Il tratto di Moore è in continua evoluzione, e questo non fa altro che giovare alla perfezione del disegno e delle espressioni dei personaggi (guardate ad esempio quelle della signora Peters – mamma di Francine - a pag. 24-25), quindi non mi resta che continuare a consigliarvene la lettura!

P.s.: per chi fosse interessato esiste anche un sito internet ufficiale www.strangersinparadise.com da guardare assolutamente l’animazione d’apertura.

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