martedì 20 marzo 2007

"Ho voglia di te" di Luis Prieto (2007)

[Non vi preoccupate, giuro che è stato solo un momento di debolezza...]

Il film non è iniziato nemmeno da dieci minuti che già Tiziano Ferro ulula sulle note di amori perduti e le ragazzine in sala cantano.
Step manca dall’italica patria da due anni e che sarà mai successo in tutto questo tempo??? Che fine ha fatto Babi? Chi è quella moretta che vuole fregare la benzina a Step? Con chi ha “scopato” la sorella di Babi mentre era in preda a deliri tossici? Il padre di Babi ha davvero un’amante? La madre di Step è malata o ha solo avuto un’indigestione di cozze? Step è riuscito a entrare nel mondo dello spettacolo perché è raccomandato, oppure perché è raccomandato?
Questi e altri strazianti e amletici quesiti ci vengono posti nelle due ore successive, in un susseguirsi di dialoghi di un’ingenuità imbarazzante, completamente privi di spessore, per i quali non si è tentata nessuna miglioria rispetto a quelli originali del libro.
Tutta la stupidità di quest’ultimo è ricopiata in versione celluloide, calcando la mano su aspetti troppo maturi per una fascia di pubblico (quella dai tredici - ma anche meno – anni in su scelta per il film) troppo giovane.
Sicuramente ormai i giovanissimi di oggi subiscono passivamente qualsiasi cosa guardando la tv, ma arrivare ad inserire un tentativo di stupro e delle scene di sesso con nudo integrale e tanto di mosse pelviche quando si sa già quale tipo di pubblico ci sarà in sala, mi sembra una scelta studiata a tavolino veramente di cattivo gusto.
Oltre a queste cadute di stile (in realtà una riconferma perché già presenti nel libro), l’intero cast o è incapace oppure sottotono, come Scamarcio che sembra recitare per dovere più che per piacere con un’espressività monotona e impassibile (la stessa della locandina).
E monotona è anche la colonna sonora che, oltre al sopraccitato ululante Tiziano Ferro, è totalmente ripetitiva e invadente: i personaggi non fanno nulla senza accompagnamento musicale.
Il resto della confezione usa e getta prevede montaggio, fotografia e regia da telefilm di bassa lega.
Non manca qualche momento di ilarità generale, ma non si capisce se per pena o per effettiva comicità.

Curiosità: il finale del libro è stato ribaltato a favore di un melenso happy-end, forse per accontentare le teen-agers deluse da quello vero.

N. C.

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