lunedì 11 giugno 2007

Fumetti e manga (FINE AGGIORNAMENTO!)

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“Strangers in Paradise” n. 9: litigare, partire senza salutarsi, rimuginare sull’accaduto e all’improvviso l’incidente.
Tutte le certezze vengono stravolte al momento dello schianto e l’unica cosa che Katchoo pensa è “Francine”.
E David?
Forse David è morto…

[non sto troppo ad analizzare il volume perché è davvero un colpo di scena dietro l’altro, svelerei tutto altrimenti - quindi non è per pigrizia!]

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“Slam Dunk Deluxe” n. 5: e così Hanamichi Sakuragi e compagni hanno.. perso! giuro che non mi sono mai divertita così tanto nel seguire una partita - che sia di calcio, basket, tennis, pallavolo, o… - Inoue è insuperabile!
Hanamichi è sempre spassoso e in questo numero due nuovi personaggi entrano in campo: Ryota Miyagi, innamorato dell’assistente dell’allenatore dello Shohoku [mitico Hanamichi che “sbatacchia” il doppio mento di quest’ultimo img503/861/sorrisodentitw6.gif ] e il teppista Mitsui.
Se il primo diventa amico di sfighe sentimentali di Hanamichi, il secondo (senza denti - buahahahahah!!!) mentre intenta una mega rissa in palestra viene fermato dalla fine del volume.
Il seguito fra due mesi. Mannaggia...

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“Berserk” n. 61: in via eccezionale recensisco i numeri 61 e 62 pubblicati con l’edizione regolare. Che sinceramente aspettare l’uscita del n. 31 della Collection sta diventando uno strazio. Ma sia ben chiaro: non ho intenzione di abbandonare la Collection, mica posso lasciarla a metà!

Ecco i punti salienti di questo numero:

- Shilke, in preda a crisi ormonali, piange. E’ la pubertà…
- Shilke fa un incantesimo: la ruota cremisi che incenerisce un fottio di troll. Vabbeh…
- Gatsu si offre di portare in spagoletta Shilke. Che va in estasi adolescenziale.
- Gatsu combatte una balena tentacolata e Shilke gli snebbia le cervella perché è riuscita a subentrare nella sua psiche.
- Arriva un indiano fluttuante che dice “I Makara sono gli elementi distintivi dei Pishacha”.

E’ chiaro ormai che questo è un inutilissimo numero. E lo si nota soprattutto da quante volte appare Shilke che, viste come stanno le cose, la si dovrebbe pure ringraziare: senza di lei e i suoi pUteri magggici Gatsu non sarebbe riuscito a superare lo stato di Berserk. Ma, se ci fate caso, a chi è da imputare l’arrivo dell’armatura del Berserk? A quella cretina di SHILKE!
Con rammarico noto inoltre che Serpico [*sbav sbav*] appare, nell’intero numero, rarissime volte, e che Farnese sta diventando il clone sano (per ovvi motivi…) di Caska: dalla prima all’ultima pagina ripete per quattrocento volte un’unica parola “Maestra!”; mentre la seconda non dice manco più i suoi soliti “Bbb, ggrhfls”.
Analizzando poi i mostri che appaiono in questo numero, direi che la balena tentacolata è fin troppo simile agli elefanti giganti dei numeri precedenti, e che i troll hanno rotto il…
In chiusura, l’arrivo dell’indiano in levitazioni è per me incomprensibile.

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“Berserk” n. 62: dopo la caduta libera del precedente numero, questo si risolleva giusto un attimino.
Serpico torna in scena, ma purtroppo lo fa fiaccamente, nonostante i numerosi fendenti tirati a destra e a manca. Combatte in coppia con Gatsu&Shilke (uccidetela!), contro l’indiano che è accoppiato con un serpente d’acqua traslato su uno mastodontico per via di un incantesimo.
Insomma, tanti begli accoppiamenti che danno vita a un combattimento interminabile e pallosissimo.

Durante la sopraccitata soporifera sequenza, Gatsu sprona Shilke dicendole addirittura “Lo faremo io e te... assieme! - Adesso dividiamo la stessa sorte... anzi... siamo una cosa sola!”. Quale sublime dichiarazione per un’adolescente in preda a turbe ormonali? Infatti lei non ci pensa su nemmeno due volte e stringe *grab* con le sue manine il possente collo di Gatsu.
Ripeto: uccidetela [su insegnamento di Cecilia].

Quando i fatti sembrano aver decretato la vittoria dei nostri, ho avuto un déjà-vù: mentre Gatsu si riprende, Shilke gli sbraita telepaticamente nella testa “Non userò mai più... un sortilegio tanto pericoloso!”. Se ripescate dal n. 61, all’inizio, il pianto isterico di Shilke (“Si tratta del vostro corpo! Così rischiate la vita!”), noterete come le due vignette si somiglino pericolosamente.
Che qualcuno abbia usato la carta copiativa? Vatti a fidare degli assistenti...

L’arrivo del gigante di fuoco dà vita a una serie di saette e fulmini che all’ottava scarica diventa un tantino ripetitiva, sembra di giocare all’Allegro Chirurgo.

Poi arriva Zodd, che ammazza un po’ di troll in paese e arriva sul molo. Il motivo? Non è dato a sapere.

A questo punto credo che Miura stia utilizzando la strategia dell’accumulo per evitare la partenza del gruppo verso Skelig. Prima i troll, poi il Makara dei Pishacha, poi il demone di fuoco e poi ancora Zodd.
Che poi dico, in tutto quel marasma la nave di Roderick sarà sicuramente ridotta in pezzi. Se nel prossimo numero la si ritrova ancora intatta, diventa tutto una baggianata!
Intanto il ritorno di Farnese è del tutto inutile, dato che da due numeri a questa parte lei, come tutti gli altri personaggi, è relegata in fondo al molo a prendersi ogni tanto qualche onda anomala in faccia. Come la mettiamo con il suo pseudo-fidanzamento con Roderick?
L’arrivo di Zodd ha portato un po’ di sangue e brandelli di carne in scena ma ormai abbiamo capito tutti che il Miura di una volta, quello a cui piacevano le frattaglie, le torture e i mostri veri, ha lasciato il posto a un Miura più soft che tira avanti la carretta con non più lo stesso entusiasmo.
Abbiamo così perso due numeri seguendo delle superflue battaglie, quando sarebbe stato più interessante sapere che fine ha fatto Charlotte, il plotone di Kushan ora al servizio di Grifis-Phemt o, volendo, come se la passa il popolo delle Midlands...
Perché non l’hai fatto, Miura? PERCHE’???

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“La finestra di Orfeo” n. 1: è ufficiale, adoro Riyoko Ikeda!
Di nuovo un tormentato personaggio femminile dopo la Nanako di “Caro fratello” e la Oscar di “Versailles no bara”.
Julius è costretta a vivere sotto mentite spoglie per assicurarsi l’ingente eredità del padre - ora morente - che non l’ha mai riconosciuta debitamente. Vive con la madre e le due sorellastre (avute dal padre da un precedente matrimonio) e frequenta un conservatorio-collegio maschile possedendo grandi doti musicali.
Sì, conservatorio maschile.
Julius infatti vive, ed è da tutti considerata, come un ragazzo; solo così, facendosi passare uomo, potrà avere l’eredità in quanto unico erede maschio. La madre e il medico di famiglia sono gli unici a conoscere la verità.
Questo ovviamente porterà conseguenze inaspettate nella vita di Julius e in quella di chi la circonda, e sarà tutto collegato alla bizzarra leggenda della “finestra di Orfeo”, la finestra della torre del collegio frequentato da Julius, dalla quale si dice che ogni ragazzo che vi si affacci si innamorerà automaticamente della prima ragazza che vi passerà sotto, ma l’amore che nascerà sarà destinato a finire in tragedia.
Come avrete capito l’inizio del manga è già molto elaborato, numerosi personaggi vengono già presentati in maniera dettagliata, ognuno dei quali ha una propria psiche che sottolinea quale lavoro la Ikeda abbia svolto per la preparazione della storia; lo scorrere degli avvenimenti molto lenti, è “scosso” da violenti scatti d’ira di Julius e inaspettati rivolgimenti tramici.
Julius è infatti insofferente alla sua condizione temporanea (almeno lei lo spera...) di ragazzo, che dura da quindici lunghi anni - praticamente dalla sua nascita! - sfoga così la sua femminilità repressa lasciandosi prendere troppo dalle emozioni e diventa ancora più violenta quando capisce di essersi senza dubbio innamorata, per la prima volta, di un ragazzo, un suo compagno di studi.
Combattuta in questo limbo, sogna il momento in cui rivelerà il suo essere donna e quando potrà riscattare la madre e sé stessa da una vita di restrizioni in balia delle tiranniche sorellastre, ora padrone di casa dopo il collasso del capo famiglia.
Ci sono inoltre i numerosi compagni di scuola di Julius ad avere un ruolo ben preciso nella vicenda e un professore, un mentore per molti studenti e per Julius... qualcuno che nasconde qualcosa di minaccioso.
Come in “Caro fratello” ritornano le angherie e i litigi tra studenti, anche Nanako era vittima e spettatrice di cattiverie tra le compagne di scuola.
E a differenza di “Lady Oscar” l’aspetto comico/ironico qui lascia il posto a una pacatezza e serietà che apprezzo molto. Se in “Caro fratello” la stessa caratteristica raggiungeva culmini tragici e un po’ paradossali, qui tutto è contenuto nei limiti e se si raggiunge il livello d’allarme è comunque giustificato.
I disegni sono molto più dettagliati e maturi che in “Lady Oscar”, anche solo per lo sfondo e i dettagli: in “Versailles no bara” non era raro trovare vignette completamente bianche al cui centro solo i personaggi in oggetto; qui invece tutto è curato nei minimi particolari, a ricreare quell’atmosfera di inizio Novecento, in cui si svolge appunto la storia di Julius, la Germania del 1903.
Infine, intrighi tramati nell’ombra, omicidi avvenuti con successo e altri solo tentati, amori repressi (non solo quello di Julius), misteri e tensioni fanno da contorno a questo manga. E tutto questo solo nel primo numero. Nulla che faccia pensare quindi a una storia soporifera!

A presto, su queste critiche, con il n. 2.

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