giovedì 24 gennaio 2008

Telegraficamente: gli ultimi film visti nel 2007

E mettiamoci una pietra sopra.

Tiè.

“Ratatouille” di Brad Bird (2007): un sorcetto con la passione per la cucina è uno spunto buffo per affrontare temi abbastanza compassati e non di solo divertimento.

La rivincita delle donne in un mondo (quello dei gourmet, in questo caso) fatto e controllato quasi esclusivamente da uomini; la brama per il successo negativa; il piacere per le piccole cose; l’affermazione di sé stessi per quello che si è; l’amicizia e l’amore.

Bellissima e commovente la sequenza evocativa con il critico Anton Ego mentre assapora una forchettata di ratatouille (e tra l’altro il critico sembra uscito da un film di Tim Burton!).

Tutto sommato un film “pelosamente” divertente.

7/10

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“Azur e Asmar” di Michel Ocelot (2004): una favola delicata quanto “Stardust” di Neil Gaiman, se non fosse che alla fine le due coppie che si andranno a formare saranno immancabilmente classiche: Azur e Asmar finiranno per sposare ognuno una ragazza della loro stessa “etnia”.

L’applauso di tutti i bambini presenti in sala è scattato lo stesso, ma i grandi avrebbero preferito vedere Michel Ocelot osare un po’ di più... anche perché ci ha tenuti incollati alle poltrone per un’ora e mezza destreggiandosi in una storia composta da dualismi - a partire dagli stessi Azur e Asmar, cioè il bianco e il nero - mostrandoci sempre il lato negativo del dividere tutto in due fazioni, e alla fine sul più bello è precipitato nella retorica.

Particolare l’utilizzo dell’animazione grafica che, pur facendo largo uso delle tecniche più moderne, si ricollega ancora una volta allo stile pulito e dai riferimenti Liberty della passata produzione del regista.

7/10

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“Kirikú e la strega Karabà” di Michel Ocelot (1999): Kirikú è un bambino piccolissimo, sia d’età che di statura, ma che in confronto ai bambini e, addirittura, agli adulti della sua tribù ha forza e saggezza da vendere.

Nei vari episodi che compongono il film Kirikú insegnerà a tutti loro cos’è il bene e che cos’è il male, a reagire ai soprusi e a non aver terrore della cattiveria altrui perché, forse, il primo ad avere più paura degli altri è proprio colui che si comporta malignamente, intimorito dalla felicità degli altri.

Una fiaba che prende spunto dalle leggende africane e che deriva dall’esperienza dello stesso regista vissuto per diversi anni in Guinea; ancora una volta un film utile per i bambini per via della brevità di ciascun episodio e per la semplicità minimale dei disegni (qui rigorosamente fatti a mano).

Nel 2005 Ocelot ha diretto e creato il seguito di quest’avventura: “Kirikú e gli animali selvaggi”.

7/10

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