giovedì 15 maggio 2008

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Non avrei mai pensato di scrivere su queste pagine una cosa come questa: giovedì scorso la mia gattina più piccola è stata investita davanti a casa da una macchina.

Da più di venti minuti la cercavamo in giardino e lei non rispondeva come faceva sempre, uscendo dal cespuglio dove si nascondeva di solito per fare gli agguati alle lucertole.

Non vi dico lo spavento e l’angoscia che abbiamo provato io e mia sorella quando l’abbiamo trovata al di là del cancello.

Aveva la pancina schiacciata, ed era già morta.

Il 10 maggio avrebbe compiuto un anno.

Ho pianto per cinque giorni di fila, facendomi prendere dal magone nei momenti più impensabili; soprattutto a casa, quando sono da sola, lo sconforto mi assale anche adesso e non so quanto ci vorrà per superare quello che è successo.

Probabilmente chi non è abituato a vivere con degli animali non capirà il perché di questa mia tristezza e magari riderà, ma tutti gli altri, e soprattutto i gattofili, sono sicura di sì....

Le volevo davvero tanto bene.

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Questa è una foto di un mese e mezzo fa, ne ho fatte tante a lei,

ma questa è una delle uniche due che ci ritraggono insieme...

Mi prendo una pausa, di cui comunque avevo già deciso tempo fa, dedicherò alle recensioni (recenZioni...) molto meno tempo. Stessa sorte per l’altro mio blog di cucito.

Continuerò comunque a collegarmi per vedere se ci sono messaggi, e-mail e commenti nuovi, verrò a trovarvi e, insomma, non sparirò nel nulla.

A presto.

Valeria

mercoledì 7 maggio 2008

Ne è valsa la pena?

Riemersa dal tunnel della sessione d’esame, e dopo un paio di settimane di impegni vari che hanno portato il blog in secondo piano, riprendo con le recenZioni.

Non tutti gli ultimi libri letti si sono rivelati però interessanti e, soprattutto, utili per un approfondimento culturale (ecco il perché del titolo del post)...

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It

Stephen King

Sperling & Kupfer Paperback, Sperling & Kupfer, 12.50 €

Ho impiegato SEI MESI per finire il libro più famoso di Stephen King, quello che trasposto al cinema mi ha fatto passare diverse notti di incubi e spaventi fin da bambina.

Ora però, dopo aver letto 1234 pagine che non finivano più e dopo aver avuto la conferma che Stephen King è uno scrittore dal pessimo stile, posso dire con certezza di aver esorcizzato per sempre l’orrido pagliaccio e i suoi palloncini rossi.

Perché essermi immersa nell’avventura di un gruppo di bambini (poi adulti) verso la resa dei conti con It, aver letto che da soli con le proprie forze quei ragazzini ce l’hanno fatta a sconfiggere il mostro e le loro paure, mi ha fatto capire che era ora di vedere tutta la storia e il mio terrore verso Pennywise come una semplice fobia infantile, ingigantita dalla giovane età che mi faceva vedere quei dentini aguzzi, quella faccia bianca e quegli occhi spiritati più mostruosi di quello che in realtà non erano (e sono).

In conclusione, gli avevo costruito tutt’attorno un alone magico-mitico che superata la lettura dell’intero libro si è dissolto completamente...

Ma ci sono comunque voluti sei mesi di lettura “sofferta”, 1234 pagine da superare e uno stile di scrittura assai scarso - e questo l’avevo già notato in altri libri di King, esclusa la saga della Torre Nera, un vero capolavoro! - che si perde nei meandri di divagazioni tediose, per riprendersi fortunosamente in brani del terrore più fine e ricercato; purtroppo però le pagine di narrazione soporifera sono in eccesso rispetto a quelle in cui tutto porta il lettore a spaventarsi sul serio e a rimanere rapito dal racconto, che così dura ogni volta pochissimi e sintetici paragrafi di pura angoscia.

Lo consiglio comunque come uno dei capi saldi della letteratura horror, anche perché tocca temi come l’infanzia, la crescita verso l’adolescenza, la violenza sui minori e il rapporto con i genitori che, al di là dell’aspetto stilistico, sono descritti in maniera notevole - molto coinvolgenti le parti ambientate nell’estate del 1958 in cui i sette protagonisti sono appunto ancora bambini - e perché la storia, lo svolgimento e il fulcro di tutta la narrazione [It] sono, a mio parere, ciò che nella letteratura del terrore dell’età moderna sia stato scritto di meglio.

7½/10

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La nausea

Jean-Paul Sartre

ET scrittori, Einaudi, 10.50 €

Ne dobbiamo proprio parlare...? Con i tempi che corrono c’è poco da ridere (uau! che luogo comune...) e le elucubrazioni di Antonio Roquentin sulla società, sul ruolo dell’uomo, sul lavoro che aliena la mente e il continuo accavallarsi di responsabilità economiche e affettive nell’arco di una vita umana, sono come non mai attuali, e sorprende il ritrovare le difficoltà dei venti-trentenni degli anni ’30 ancora oggi nel 2008.

Oltre settant’anni di storia dalla pubblicazione del libro di Sartre non sono serviti a migliorare il mondo ma, anzi, si retrocede in tutti i campi. E io un futuro purtroppo non lo vedo.

Dopo questa brevissima recenZione che sprizza serenità verso tutti voi, cari lettori, scommetto che vi ho rovinato la giornata.

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Gli indifferenti

Alberto Moravia

Tascabili Bompiani, Bompiani, 9 €

Altro libro allegrissimo.

Incentrato su quattro personaggi che tentano di dare una svolta alla loro vita, il romanzo è il primo di un’ipotetica trilogia del grande Alberto Moravia composta da “Gli indifferenti”, “La noia” e “La vita interiore”.

I quattro protagonisti tentano in svariati modi - tra il portare a termine una grossa truffa, perseverare nella voluttà di una storia segreta, farsi un’amante giovane e perdere la propria verginità - di schiacciare l’indifferenza che ha sempre contraddistinto le loro esistenze: pochi scopi e stentate certezze nella vita al contrario di tanto arrivismo, fastidio verso il prossimo e noncuranza per tutto quello che li circonda. Il tutto nascosto a dovere sotto una patina di apatia che li fa sembrare agli occhi degli altri degli individui rispettabili, o meglio, insignificanti, con poche pretese.

Ognuno di loro però non si accorge che è proprio il personale modo di agire ad essere sbagliato e che, per provocare uno scarto decisivo nelle loro vite banali, ciò che devono compiere è tutt’altro percorso, perché le decisioni prese, come in un circolo vizioso, restano avvinghiate ancora una volta all’indifferenza.

Un romanzo complesso e molto introspettivo, come sempre del resto sono le storie di Alberto Moravia che non cadono mai nella pochezza narrativa, raccontato con una dialettica diretta e semplice, nonostante l’argomento abbastanza ingombrante.

E ammetto che dopo essermi letta tantissimi autori dell’Ottocento (soprattutto stranieri) e aver snobbato per anni quelli italiani contemporanei, “Gli indifferenti” di Alberto Moravia mi ha fatto riscoprire quella enorme parte di letteratura che avevo tralasciato per troppo tempo.

Prossima lettura: “Il disprezzo”!

8/10

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Le 120 giornate di Sodoma

De Sade

Newton & Compton, 5 €

Per questo obbrobrio di libro sarò breve e concisa.

Non mi aspettavo di precipitare nelle turbe patologico-sessuali di un vero maniaco, e nonostante la mia curiosità su tutti i fronti letterari ammetto di aver gettato la spugna poco prima della metà del volume.

Non sono riuscita a digerire l’infinita sequela di basse licenziosità che toccano punte di vero e proprio disgusto in maniera così sfacciata da farmi rimanere basita di fronte a ciò che una mente umana (sia essa sana o deviata) è in grado di partorire.

Elencare gli atti compiuti dai personaggi creati dal Marchese De Sade è inutile; se siete curiosi come lo sono io leggeteli, poi potete comunque abbandonare il volume a vostro piacimento come ho fatto io.

Circa otto anni fa avevo già letto del Marchese “Justine”, ma forse la curiosità della me stessa diciottenne dell’epoca mi aveva spinto ben oltre la soglia della tolleranza, che infatti non ne avevo poi così un brutto ricordo. Oggi però, dopo aver letto ben altri autori erotici (in primis Anaïs Nin) affermo che De Sade non è assolutamente inscrivibile nella cerchia della letteratura erotica ma va pericolosamente oltre. Verso lo schifo.

n. c.