domenica 29 giugno 2008

The book is on the table - Parte prima

Prima di passare alle recenZioni, due segnalazioni:

Ringrazio Elisaday, Zeruhur e Roberta per la nominescion come Brillante Weblog 2008!

Il premio Brillante Weblog 2008 è attribuito a quei blog che si sono distinti per i contenuti o per l'estetica, con l'intento di promuoverli e incoraggiarne la diffusione virtuale.

Le regole sono queste:
1. Chi viene "nominato" deve scrivere un post sull'argomento, citando l'autore della nomina e indicando il link del suo blog.
2. Nominare a propria volta almeno 7 blog, indicandone nell'articolo i link e avvisando i loro gestori del premio.
3. Esibire, ma questo è facoltativo, il profilo-foto di chi ha nominato e di chi è stato nominato.

Le mie scelte [tra le quali ci sarà sicuramente qualcuno che ha già ricevuto il premio]:

- Libri di donne

- Dimmi, cosa leggi?

- Cabepfir

- The books factory

- I Sognatori

- Harion

- Zeruhur

Ten favourite books I read last year

Questa invece è una catena passatami sempre da Elisaday. Non è stato difficile sceglierne solo dieci, l’anno scorso in fatto di letture molti libri non si sono rivelati molto entusiasmanti...

In ordine rigorosamente sparso:

1. Anna Karènina - Lev N. Tolstoj

2. Espiazione - Ian McEwan

3. Chiedi alla polvere - John Fante [lui non poteva non mancare!]

4. Il velo dipinto - William Somerset Maugham

5. Il diario intimo di Sally Mara - Raymond Queneau

6. Estremi rimedi - Thomas Hardy

7. Arancia meccanica - Anthony Burgess

8. Germinal - Émile Zola

9. Esercizi di stile - Raymond Queneau

10. Poema a fumetti - Dino Buzzati

Se non è problema non nominerei nessuno: mi sono accorta che le cinque persone a cui volevo passare la catena, hanno già partecipato a questo gioco. >.<

E ora un po’ di libri (solo la prima parte) letti mentre ero via dal blog.

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Diario 1938

Elsa Morante

Saggi brevi, Einaudi, 5.16 €

Scritto in forma diaristica, questo piccolo libriccino ci porta nei sogni di Elsa Morante, analizzati e soppesati dalla stessa autrice in cerca di spiegazioni e collegamenti tra i suoi turbolenti sogni e i fatti di vita quotidiana che la lasciano sofferente e depressa.

img56/7485/morantemoraviavf9.jpgTra i più significativi il difficile rapporto d’amore con Alberto Moravia - del quale si parla apertamente solo in casi estremi, in frasi in cui l’autrice palesa il suo disperato bisogno d’amore e di serenità di coppia, mentre per il resto la figura di Moravia resta ai margini, criptica e presentata con una semplice “A.” - mentre le altre preoccupazioni quotidiane prendono forma nei confronti dei debiti a cui Elsa dovette far fronte avendo diversi problemi economici, a causa dei quali si vide anche costretta ad abbandonare gli studi universitari poi mai terminati; e la sua cultura, un altro dei crucci: Elsa sente di avere un pesante divario intellettuale rispetto a Moravia, già affermato scrittore e ricercato positivamente dalla critica.

L’incertezza amorosa, i debiti, gli scritti che attendono da troppo tempo di essere visionati dalle case editrici, il desiderio inespresso di maternità, la ricerca di un equilibrio di vita, è ciò che assilla enormemente Elsa Morante e che si riversa poi nelle sue travagliate notti.

Ma uno spiraglio di serenità lo si ritrova nell’ultima annotazione del diario: Elsa una notte sogna dei fiori rosa, premonitori della scelta decisiva che porterà la coppia a sposarsi nel 1941.

Certo questo piccolo libro non dà informazioni dettagliate sul rapporto tra Elsa Morante e Alberto Moravia, ma nella sua analisi di vari argomenti e situazioni non strettamente collegate alle difficoltà della coppia, si può comunque arrivare a capire a grandi linee quello che i due stavano passando e decidendo per il futuro della loro relazione.

Come sono andate a finire le cose oramai si sa, ma questo testo evidenza quanto i due in fondo si volessero bene e quanto entrambi ci credessero nella loro relazione nonostante le incertezze da superare.

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Cecità

José Saramago

ET scrittori, Einaudi, 11 €

Cosa succederebbe se un strano virus che rende cechi cominciasse a colpire gli abitanti di una cittadina qualunque?

Nel “Saggio sulla cecità” (questo il titolo originale) Saramago analizza i comportamenti dell’uomo nel momento in cui si trova ad affrontare conseguenze a cui non riesce a trovare una soluzione.

E tutto è possibile quando si segue il puro spirito di sopravvivenza, e l’uomo in questi casi non differisce troppo dagli animali...

Un libro inquietante che ti tiene attaccato alle pagine fino alla fine, nell'attesa che un briciolo di speranza appaia prima o poi fra le righe di una brutalità e disumanità agghiacciante.

[sconsigliato agli ipocondriaci]

7½/10

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La signora Craddock

William Somerset Maugham

Newton Compton, 6 €

Critica nei confronti del matrimonio e delle relazioni tra persone di diversa estrazione sociale? Oppure semplicemente disapprovazione verso le regole e le convenzioni sociali che abbattono l’amore e dalle quali nessuno sfugge?

Non saprei quale delle due interpretazioni scegliere, certamente il romanzo oscilla tra entrambe le posizioni senza prenderne una definitivamente.

Il rapporto tra Bertha, ricca e colta signorina di una dinastia decaduta, e Edward, classico zoticone arricchito, segue tutte le tappe di una normale relazione sentimentale: i due si conosco, si cercano ardentemente e, in barba alla disapprovazione dei parenti di lei, Bertha sceglie per il matrimonio e spinge lui ad assecondarla.

Sembrerebbe un matrimonio d’amore e pura passione, ma Maugham preferisce far procedere l’idillio verso il baratro dell’indifferenza, dell’incomprensione, dell’astio e delle cattiverie reciproche.

Bertha ed Edward si sono conosciuti talmente poco prima di procedere verso l’altare che alla fine entrambi saranno reciprocamente per l’altro una continua sorpresa. Edward si rivelerà ignorante e troppo rozzo per la raffinata Bertha, e Bertha si rivelerà troppo passionale e sognatrice per un campagnolo senza pretese.

Ancora una volta Maugham ci presenta personaggi maschili odiosi e gradassi caricandoli però di un’aura di naturalezza e ingenuità - aspetto che ad un attento lettore sembrerà però un chiaro segno di misoginia! - mentre per le donne del racconto destina caratteri isterici e insopportabili per chiunque.

Alla fine del racconto si patteggia per Bertha anche se all’inizio è abbastanza scemotta e sulle nuvole (e comunque ad un uomo come Edward sarebbe impensabile dedicare buoni sentimenti...), ma quello che assurgerà ai cieli della rispettabilità e della bontà sarà solo Edward: amato da tutta la comunità, ritenuto un simpaticone, “alla mano” anche per via della sua sciatteria e il comportamento da burino, e da tutti aiutato a superare l’abbandono momentaneo della cattiva e irresponsabile moglie.

E Bertha? Anche nell’ultima pagina è mostrata come fredda, cinica e altera nei confronti di tutti, marito compreso.

E di fronte a un libro del genere come si fa a non dargli più di:

4/10