venerdì 3 aprile 2009

Garage Olimpo | Lussuria, seduzione e tradimento

Garage Olimpo (Garage Olimpo)

Marco Bechis

Argentina, 1999

Poco dopo capodanno 2008, in un’ora tardissima e da catalessi, mentre su Rai Uno Antonella Clerici concludeva “Il treno dei desideri” andando fuori scena su di una slitta trascinata da due poveri cristi travestiti da renne (!!), su Rai Tre andava in onda “Un giorno in pretura” programma che trasmette registrazioni di udienze processuali dei più svariati tipi ma sempre d’attualità. In quella puntata, che faceva parte di un ciclo, venivano riprese le deposizioni di testimoni diretti o indiretti dei lunghi anni di repressione politica avvenuti in Argentina tra il 1976 e il 1983.

Tra le varie persone interrogate c’era anche Marco Bechis, il cui film “Garage Olimpo” si basa anche sulla sua esperienza diretta come prigioniero di centri clandestini in cui veniva rinchiuso chi era anche solo sospettato di essere un attivista politico antidittatura.

Maria, la protagonista del film, verrà arrestata e portata proprio in uno di questi campi di concentramento (dove lei si troverà sarà quello chiamato Garage Olimpo). Da quel momento il film si concentra sulla descrizione degli atti e abusi commessi dai militari sui prigionieri e sulle procedure di insabbiamento delle prove che costringevano i famigliari degli arrestati a compromessi assurdi per sapere dove i loro figli, fratelli, mariti, mogli, fidanzate fossero stati portati e fatti sparire, ottenendo quasi sempre scarsissime informazioni.

Non manca però di mostrare anche come in alcuni casi tra detenuto e guardia carceraria potesse instaurarsi un rapporto d’affetto e dipendenza. Maria si affeziona a Felix e così lui nei confronti della ragazza, il loro rapporto però si concluderà in tragedia...

E’ un film durissimo e angosciante, che serve indubbiamente per capire cosa l’uomo potrebbe arrivare a fare servendosi di abuso di potere (perché non ci sono stati solo i lager nazisti) e per ricordare i 30.000 desaparecidos le cui famiglie stanno ancora cercando di capire cosa sia accaduto loro.

9/10

Lussuria, seduzione e tradimento (Se, jie)

Ang Lee

Cina, 2007

Si parla anche qui di resistenza politica, ma questa volta nella Cina della fine degli anni ’30-inizio ’40 sotto la dittatura giapponese.

La giovane studentessa Wong Chia Chi viene convinta da alcuni suoi compagni di università a partecipare ad un’azione clandestina: infiltrarsi nella cerchia di conoscenze di un potente politico per arrivare a lui e ucciderlo.

Ogni componente della comitiva rivoluzionaria ha un suo specifico ruolo, quello dell’ingenua e timida Wong Chia Chi è di sedurre l’uomo e diventarne l’amante.

Il piano messo in atto dai ragazzi è molto complesso e nella prima parte del film, un po’ caotica, viene fatto un quadro generale della situazione per poi, con una serie di flash back, spiegare l’antefatto e le origini della combutta.

Ma la parte più bella del film è quella incentrata sul rapporto tra vittima e carnefice: Wong Chia Chi e Mr Yee a lungo andare finiranno per scambiarsi i ruoli e diventare così lei totalmente succube dell’uomo con inevitabili funeste conseguenze.

Mentre gli amici della giovane si identificano sempre più con entusiasmo negli ideali patriottici che li hanno portati al sanguinario progetto, Wong Chia Chi si lascia trascinare in una torbida relazione sessuale che minerà anche la sua psiche.

Tirando le somme, la sceneggiatura è ben fatta, le musiche e la ricostruzione storica idem, però l’ultima mezz’ora di film porta a un colpo di scena finale telefonatissimo. Perché, insomma, va bene che lui ama (?) lei ma che la storia non potesse finire coi fiori d’arancio era già praticamente impensabile: lui è uno dei capi della dittatura e lei una dissidente, e siccome 2+2 non fa 5...

7½/10

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