domenica 19 aprile 2009

Kafka sulla spiaggia

Kafka sulla spiaggia

Murakami Haruki
Einaudi, 20 €

Con i romanzi di Murakami mi era andata sempre male (vedi: “Tokyo blues” e “L’uccello che girava le viti del mondo”), con i suoi personaggi che trovavo sempre sopra le righe o troppo intelligenti o troppo stupidi.

In questo “Kafka sulla spiaggia” il personaggio di Tamura Kafka, studente quindicenne maturo e impavido, già alla quinta pagina mi aveva dato da ripensare sul proseguire la lettura: Tamura è troppo piccolo per parlare, ragionare e agire in quel modo così adulto; lo trovavo fastidioso.

Ma i riferimenti sporadici ad una oscura profezia fatta al protagonista dal padre malvagio, e l’inquietante cronaca di uno strano avvenimento paranormale avvenuto sui monti nel 1944 ha completamente attirato la mia attenzione, e sebbene non succedesse poi molto nel corso del romanzo non mi sono mai stancata di leggerlo.

Al confine tra realtà e sogno Tamura, insieme a una serie di personaggi che gli fanno da spalla, viaggia alla ricerca delle sue origini cercando di fuggire dalle premonizioni profetiche del padre (una rivisitazione della storia di Edipo). Essendo tutta la vicenda basata su un continuo rimando alle atmosfere del sogno, in cui tutto può accadere, non sono mai stata sicurissima di stare leggendo una vicenda accaduta realmente o, al contrario, solo i voli onirici della mente di Tamura.

Certo è che farsi troppe domande con questo romanzo di Murakami è inutile... godetevi la bellezza dei personaggi, due su tutti quello del bibliotecario asessuato Ōshima - che per colpa della sua conformazione fisica è costretto a oscillare in eterno tra l’essere donna e il sentirsi uomo e viceversa - e quello del vecchio Nakata che, capace di parlare ai gatti, riesce a introdurre questi ultimi nella storia proprio come altrettanti personaggi attivi con discorsi e opinioni profonde.

Godetevi le citazioni filosofiche, letterarie e musicali; lasciatevi trasportare in un groviglio di storie che porteranno a un finale forse un po’ prevedibile ma in cui comunque restano degli elementi in sospeso. Forse che è in fin dei conti troppo complicato analizzare e svelare la mente e il sogno umano anche in un romanzo di finzione...?

Ho rivalutato completamente Murakami, bravissimo stratega a tenerti incollato alle pagine dandoti sempre pochissime informazioni per volta per capire qualcosa in più della storia.

P.s.: un plauso alla traduzione di Giorgio Amitrano!

8/10

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