Diario di una ragazzina
Phoebe Gloeckner
Fernandel, 15 €
Densissimo diario semi-autobiografico della quindicenne Minnie che nell’arco di un anno (il 1976) cerca di capire sé stessa, di accettarsi, di fare esperienze e di arrivare insomma ad una maturità sia fisica che mentale in quel periodo post-hippy di confusione e libertà.
Non mancano quindi esperimenti sessuali al limite (lesbo e etero), sfoghi psicotici da crisi adolescenziale, delusioni e smacchi da mandar giù con l’aiuto di droghe e alcol, la voglia di cancellare per un momento lo schifo che è la vita.
Alcune parti del diario sono raccontate a vignette oppure accompagnate da tavole singole, tutte in bianco e nero [chissà perché mi ero fissata di trovare disegni a colori... forse per via dei toni sgargianti della copertina?] ma nulla di così eccelso, anche se nelle ultime pagine il tratto si fa più sicuro.
Purtroppo nemmeno la parte scritta del romanzo è davvero ottima, gli riconosco però un certo realismo anche se forzato e eccessivo - mi riferisco, ad esempio, alla parte in cui Minnie finisce per vagabondare in strada e a sentirsi una vera tossica, o alla relazione lesbica con due coetanee. Episodi e argomenti di quel genere mi sembrano un tantino stereotipati.
Interessante e ben riuscito è però il finale: la rivalsa di Minnie sul confusionario e frustrante periodo appena passato è conquistata nel momento in cui riesce a ridere in faccia con superiorità all’ex compagno della madre che l’aveva sedotta e abbandonata.
6/10
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