martedì 8 settembre 2009

Letture di agosto (1/3)

Eccomi!!! *embeh?*

Di seguito i libri che ho letto durante tutto il mese di agosto; di vacanza effettiva ho fatto solo 10 giorni in Valle d’Aosta, dato che ho lavorato fino al 18 di agosto compreso (ma che caldo ha fatto quest’anno???).

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Finché non cala il buio

Charlaine Harris

Lain, Fazi, 12 €

Non conoscevo la Harris e la sua saga con protagonista la cameriera Sookie Stackhouse fino a quando mia sorella non mi ha passato il primo volume in questione.

Sookie è svampita e un po’ frivola, sembra avere tutti i cliché scontati della cameriera, ma in realtà vivendo in un indefinito futuro ha la particolarità intrigante di riuscire a leggere nel pensiero di chiunque le stia attorno. Beh, chiunque tranne uno... la persona che non riesce a percepire è uno dei nuovi avventori del bar in cui lavora: Bill il vampiro.

Di esseri ibridi ce ne sono diversi che popolano il mondo futuribile creato dalla Harris, Bill e Sookie si distingueranno per essere coinvolti in una serie di omicidi che faranno virare il romanzo verso il genere thriller mentre il loro rapporto diventa qualcosa di più profondo e tenero introducendo tra le righe anche qualche scena di sesso.

Nel complesso è una buona lettura anche se un po’ troppo “leggera” e facile, ma datemi qualsiasi cosa con dentro dei vampiri purché non si chiamino Edward! Dopo la disastrosa esperienza con il secondo volume della serie di “Twilight”, mi ci voleva qualcosa per disintossicarmi prima di procedere con le successive seghe mentali della coppia Bella-Edward.

Comunque, la vita di Sookie continua nei volumi successivi (in totale sono nove, questo compreso) che credo leggerò in lingua originale data la scarsissima traduzione italiana poco curata anche dal punto di vista di errori ortografici a iosa... e anche perché gli ultimi tre libri non sono ancora stati tradotti dall’inglese.

Nel frattempo è stata trasmessa la prima stagione di TRUE BLOOD su Sky, telefilm tratto da questa serie con nei panni di Sookie quella che fu Flora in “Lezioni di piano”: Anna Paquin.

7/10

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Moonacre. I segreti dell’ultima luna. Il cavallino bianco

Elizabeth Goudge

Rzzoli Narrativa, Rizzoli, 18.50 € [meno male che l’ho preso in biblioteca!]

Pubblicato per la prima volta nel 1946 e risucchiato per decenni nel famoso “Tunnel del dimenticatoio”, “Moonacre” è stato ristampato in concomitanza dell’uscita del film omonimo e per via di dichiarazioni di un po’ di tempo fa di J. K. Rowling in cui quest’ultima sostiene di essersi ispirata a questo libro per scrivere la saga di Harry Potter.

Non mi sarei mai aspettata una roba così prolissa, vezzosa e ammorbante noia in tutti i paragrafi.

Come in ogni fiaba scontata che si rispetti i personaggi buoni sono tutti smielosi, felici e angelici; i cattivi invece - che vestono (guarda caso) di nero - sono cattivi ma proprio cattivi-cattivi-cattivissimi.

Il lieto fine non può certo mancare ed è così fastidioso, zuccheroso e prevedibile che fa quasi pena...

4/10

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Lessico famigliare

Natalia Ginzburg

Einaudi Tascabili, Einaudi [regalo!]

Ero molto curiosa di leggere per la prima volta una delle opere di Natalia Ginzburg, e qualche mese fa mi sono fatta regalare (sì, era un ordine, ahah!) dal moroso “Lessico famigliare” che sapevo essere fra i suoi libri più famosi.

Certo l’idea di raccontare la storia della sua famiglia attraverso i ricorrenti “tic verbali” pronunciati da ciascuno dei suoi famigliari era molto interessante e insolita, e così lo è stata fino a metà volume ma quando a un certo punto ho notato che nella narrazione mancavano elementi (secondo me) fondamentali per contestualizzare meglio il periodo predominante in cui si svolgono le vicende - epoca fascista e gli anni della Seconda Guerra Mondiale - ho portato a termine la lettura in maniera svogliata. La Ginzburg in quelle pagine insiste col porre l’accento sulle gite fuori porta fatte dalla sua famiglia, sulle vacanze in montagna, sulle discese in “ski”, sulla sua nuova vita di donna sposata con bella casa borghese tutta per sé munita pure di domestica, sui bei vestitini che la sorella e la madre si facevano fare dalla sarta in tempo di guerra... eccetera eccetera.

Di bombardamenti, restrizioni economiche e del vivere in quei tempi non se ne parla. Sembra che la famiglia Levi vivesse in un limbo di pace e serenità assoluta.

Mi hanno lasciata perplessa i commenti sbrigativi sui periodi passati in carcere da sua padre e dal fratello accusati di collaborazionismo, e soprattutto la freddezza nel raccontare con un paio di frasi stiracchiate l’uccisione del marito dopo la cui scomparsa si ritrovò completamente sola e con due bambini molto piccoli.

Capisco che abbia avuto delle remore nell’aprirsi al racconto di episodi così personali - tant’è che di sé stessa non racconta proprio nulla! - ma allora perché scrivere un romanzo autobiografico...?

6/10

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