domenica 8 maggio 2011

Nelle ultime due settimante (1/2)

Nel fine settimana di Pasqua sono stata ad Orta (No) con Luca. Abbiamo visitato anche l’isola di San Giulio, e nel tornare a casa ci siamo fermati alla torre di Buccione. Peccato per il tempo piovoso...


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Ad Orta ho trovato un nuovo servizio da tè di porcellana in miniatura per la mia collezione!






Ho sperimentato la validità di un acquisto tra i libri di cucina:




“Cakes dolci e salati” di Ilona Chovancova (Guido Tommasi Editore, 24 €)


Fenomenale! Ho testato il cake con zucchine e parmigiano (pag. 22) di cui non ho foto perché è sparito ancora prima di metterlo in tavola, poi il cake con uvetta e noci (pag. 80)






e quello con mele, uvetta e noci (pag. 118).




Il secondo è simile a un pane integrale che si può mangiare da solo o farcito con salse, tonno, salumi, ecc. - nel libro c’è una pagina dedicata all’arte del farcire i cake salati - il terzo (a cui al posto delle noci ho messo le nocciole, perché le prime non le avevo in casa) mi ricorda un po’ un plum-cake, però umido, buonissimo anche così ma se lo si lascia riposare un po’ di più del classico giorno (anche due o tre, essendo molto umido) acquista in consistenza ed è ancora meglio.
Quindi, libro promosso a pieni voti! La prossima volta proverò a fare i cake al cioccolato. ;P




Il 26 aprile sono stata con Luca e una coppia di amici al ristorante/take-away Oasi Giapponese in Via Montecuccoli a Milano.



Dovete sapere che tutti e quattro siamo cresciuti (come la maggior parte dei nati a cavallo tra anni ’70 e ’80) con i cartoni animati (gli anime!) e il nostro preferito, soprattutto - per ovvie ragioni - mio e dell’amica, è stato e sarà “Kiss me Licia”. Licia vive col papà a Tokyo (mentre nel manga sono ad Osaka) che gestisce una tavola calda la cui specialità sono gli OKONOMIYAKI, e cosa cucinano all’Oasi Giapponese che negli altri ristoranti abbiamo faticato a trovare...? Gli okonomiyaki!
Era la prima volta per tutti in un ristorante giapponese e l’orrore è stato grande nel constatare che le posate occidentali, al contrario dei ristoranti cinesi, non te le avrebbero date manco morti quindi nel “destreggiarci” con le sole bacchette abbiamo fatto un po’ la figura dei provincialotti.
Abbiamo preso un po’ di tutto, dagli uromaki agli hoso maki (ottimi, dal riso non appiccicoso) ai ramen (il brodino caldo da bere alla fine era spettacolare, ihihihih!), il tofu, i due tipi di Okonomiyaki (in uno oltre alla carne di maiale c’è anche il pesce, io ho preso quello senza pesce ed era talmente buono che avrei ordinato anche l’altro tipo, ma non posso sempre fare la maiala!) e per finire i dolcetti di Doraemon - i dorayaki anko - e la torta di castagne con anko.
Per digerire abbiamo preso il caffè, ma non era espresso (e nemmeno quello di George, quindi era solubile) così la prossima volta finiremo la cena col sake!
Siamo usciti pienamente soddisfatti della cucina e del servizio, e sarà sicuramente un’esperienza da rifare così anche da provare anche la tempura e gli altri piatti. Avviso che bisogna prenotare se non si vuole rimanere fuori dal locale, che ha un numero di tavoli ridotto e anche come spaziosità è molto raccolto.
E dopo aver pagato il conto ricordatevi di contraccambiare l’inchino del cameriere dietro la cassa.

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