giovedì 24 novembre 2011

Corso di fotografia

Ieri sera c’è stata l’ultima lezione del corso di fotografia che ho frequentato tra ottobre e novembre. E come conclusione del corso ciascuno dei partecipanti ha dovuto portare 5/6 foto scattate manualmente, io ho portate queste:










Sono molto contenta del risultato, non avevo mai imparato a impostare né l’ISO, né il diaframma, né il tempo di esposizione, ecc... perché pur avendo una reflex digitale NON la sapevo usare e facevo tutto in automatico (anche la messa a fuoco).
Devo fare ancora tantissima pratica, non si impara mica in sette lezioni!, ma almeno adesso le foto in notturna le riesco a fare. ;)
Ora devo decidere per la prossima primavera se iscrivermi al corso “avanzato”; nel frattempo ho già programmato di frequentare, da gennaio 2012, un laboratorio di tessitura su telaio verticale e un altro di cesteria in cui si utilizza solo materiale di recupero.

giovedì 17 novembre 2011

Letture di ottobre (1/2)




Questa che vedete sopra è la “pignetta” dei libri di ottobre. Sono lontani i tempi in cui arrivavo a leggere anche sei/sette libri al mese (questo fino a un anno fa) vuoi perché avevo una lunghissima wish-list da smaltire (cioè libri da prendere in prestito in biblioteca) e vuoi perché le tre mensole della libreria Ikea infognate di miei libri acquistati e non ancora letti sembravano non svuotarsi mai. Ma dallo scorso autunno, dopo aver fatto incetta di libri in biblioteca e letti un po’ dei miei, mi sono ripromessa di leggere meno voracemente, gustandomi anche di più le letture.
Poi fa niente se sabato sera mi sono comprata “La ciociara” di Moravia e “Una pace perfetta” di Amos Oz, andando così a rimpinguare di due titoli i 42 libri già in attesa parcheggiati nelle mensole di cui sopra...
Così mi è venuto in mente un ulteriore proposito (portando comunque sempre avanti quello dell’autunno 2010 “leggere con più calma”): NON comprare nessun libro se non si è almeno letto UNO di quelli in attesa; fanno però eccezione quelli prestatimi e/o presi in biblioteca - non costano nulla! - che potrò prendere in quantità illimitata.
E voi, quali progetti avete per organizzare meglio la vostra vita da bibliofili incalliti??




Agnes Browne mamma
Brendan O’Carroll
Neri Pozza, 14.50 €

Questo libro ti accompagna giusto il tempo di qualche ora, l’ho iniziato a leggere un sabato pomeriggio per finirlo il giorno dopo, di domenica in giardino (il 3 ottobre faceva ancora caldo), senza troppo sforzo di concentrazione.
E’ la storia di Agnes e della sua numerosa famiglia che vive a Dublino nel quartiere popolare del Jarro, negli anni ’60. Alla morte improvvisa del marito Agnes si ritrova sola con sette figli, ma non si lascia certo prendere dallo sconforto, anzi, è il momento giusto per godersi la vita.
Tuttavia, nonostante i buoni propositi e i pareri positivi letti qua e là nel web e gli elogi fattimi di persona, ho trovato la storia condita da un umorismo grottesco: si parla di miseria, morte, malattia ma tutti sono felici e si fanno dei grandi castelli in aria... va bene che non perdere la speranza davanti a sfortune apocalittiche è sempre la cosa migliore, ma in questo libro c'è veramente troppa leggerezza.
Ve lo consiglio se siete in cerca di una lettura facile e veloce (appena 170 pagine).
La storia prosegue con altri tre volumi che non penso leggerò ma solo per le copertine che mi piacciono un sacco sarei tentata dal comprarli tutti. :P


5/10

venerdì 11 novembre 2011

Tracy Chapman

Curiosando tra i cd e i dischi a casa dei miei zii ho trovato un album di Tracy Chapman, una cantautrice afroamericana di cui non mi ero mai interessata anche se per fama la conoscevo già.
Mercoledì sera invece di leggere, o cucire ascoltando la radio, ho messo nello stereo il cd “Tracy Chapman” e l’ho ascoltato leggendo intanto i testi delle canzoni (faccio ancora fatica nella “comprensione orale” - si diceva così a scuola - dell’inglese, e tuttora continuo a guardare i film in lingua originale con i sottotitoli in inglese altrimenti mi perderei un buon 40%).




Scopro così delle canzoni che affrontano argomenti molto difficili, impegnati, che toccano il sociale: razzismo, violenza domestica, il divario tra i paesi occidentali e quelli sottosviluppati, amarezza, povertà, disoccupazione, consumismo, sogni utopici (di vita, ma anche rispetto al patriottismo americano già all’epoca in discesa - l’album è del 1989); se c’è l’amore questo viene raccontato attraverso rapporti impossibili e deleteri, o nei quali le responsabilità di coppia non vengono prese portando la relazione pian piano alla sua fine. Ci sono però un paio di testi che spronano a prendersi una rivincita dalla vita, a fare esperienze, a sperare comunque in un futuro migliore e sono gli unici ad avere un po’ di ottimismo, perché nonostante le melodie molto orecchiabili, folk, che fanno sembrare tutti i brani delle delicate ballate, in realtà c’è poca serenità nelle canzoni di Tracy Chapman e l’album ti coinvolge emotivamente.




Sono passati già 22 anni dalla sua pubblicazione, mentre i primi testi composti risalgono a ben prima di questo album d'esordio - cioè al 1982, scritti da una Tracy Chapman giovanissima (è nata nel 1964); ma è un album ancora estremamente attuale e mi ha fatto venire voglia e curiosità di vederla suonare dal vivo. Chissà se ne avrò l’occasione, dopo un breve tour in Italia nel 2009 non sembrano esserci in previsione nuovi concerti.
Vi consiglio davvero l’ascolto di questo bellissimo disco, e magari rimarrete sorpresi quanto me nello scoprire, tra sensazioni, riflessioni e buona musica, che il brano “Baby can I hold you” già oggetto di una cover è proprio opera di Tracy Chapman.

Buon fine settimana!

lunedì 7 novembre 2011

Bon appétit!



Da luglio ho provato in cucina queste ricette:

La torta medievale allo zafferano che avevo assaggiato alla ricostruzione storica Trecentesca; ho trovato qui la ricetta, ma anche se è piaciuta a tutti la prossima volta dimezzerò le dosi di zafferano, perché io ho usato tre bustine di quello da utilizzare per i risotti, mentre in realtà avrei dovuto usare i pistilli freschi (che qui non ho idea di dove trovarli!) quindi il sapore della torta era tendente all’amarognolo. Diminuirò a 1 bustina e ½.






Un fine settimana di inizio settembre ho preparato dei biscotti senza uova seguendo una ricetta che mi ha passato mia cognata. Sono usciti praticamente immangiabili, avevano un forte retrogusto di lievito dato che nelle istruzioni era specificato di aggiungerlo all’impasto (che risulta essere simile alla pastafrolla) solo una volta fatta la palla... ma così il lievito non si amalgama per niente! Ormai era tardi per rimediare. Li ho mangiati per disperazione, ero a casa da sola, c’erano 32 gradi, qualcosa di dolce ti tira su comunque il morale.







A ottobre ho invece provato la Cheese Cake all’Italiana della Benedetta Parodi (qui gli ingredienti col video tratto dalla puntata). Ho iniziato a seguire Cotto e Mangiato due anni fa, per motivi di orari mi guardavo in “replica” i pezzettini delle puntate caricate di volta in volta su You Tube, ma adesso che con il nuovo programma, “I menù di Benedetta”, c’è tanto di vera replica alla sera su La7d, non me lo perdo mai.




La cosa che mi piace di questo programma (che è uguale a Cotto e Mangiato, ma solo più articolato con la creazione di un menù dall’aperitivo al dolce, come imbandire la tavola a tema, quali fiori scegliere, ecc.) è che le ricette sono semplici ma sempre di grande effetto, fatte apposta per chi vuole proporre qualcosa di nuovo in tavola ma mantenendo un’impronta casalinga, senza arrivare quindi a quelle ricette a volte assurde che vengono preparate a La prova del Cuoco. In più supponendo che uno abbia anche una vita un po’ frenetica, un lavoro che lo impegna molto, la casa e i figli da accudire, o semplicemente non sia troppo esperto in cucina (un uomo single, ad esempio?) la Benedetta ti consiglia senza pudore e con totale tranquillità di semplificare ulteriormente i procedimenti culinari utilizzando i cibi già pronti (pasta frolla, sugo,...) e i surgelati (dal soffritto alle verdure già grigliate, ecc.).
I puristi inorridiscono - ma nessuno vieta loro di rifare le stesse ricette seguendo però diversi criteri di scelta delle materie prime! - io invece credo che tutto questo rispecchi le esigenze di buona parte di noi, quindi è un programma utilissimo. Poi lei è simpatica e "alla mano".






La Cheese Cake rivisitata non prevede l’utilizzo del classico Philadelphia ma di formaggi italiani: ricotta e robiola.




Più una quintalata di ingredienti possibilmente di prima qualità (come la bacca di vaniglia fresca). In questo senso è una torta un po’ costosa (viene a costare sui 20 €) ma la si mangia tranquillamente in 6-8 persone, e poi - scusate - volete metterla a confronto con i preparati della Cameo???? Assolutamente.
Unico appunto, i tempi di cottura: dai 55 minuti indicati durante la puntata, ci sono volute (con forno statico) quasi DUE ORE!!






Il baccello di vaniglia svuotato l’ho inserito in un pacchetto di zucchero; ormai è passato un mese, l’aroma si sarà sparso per bene in tutto il sacchetto, la prossima volta che avrò bisogno della vanillina userò invece questo zucchero vanigliato (ah! le fragole di guarnizione io ho optato per affettarle e servirle a parte, così ognuno ha deciso se mangiarsi la cheese cake da sola oppure insieme alle fragole fresche)

Sempre lo scorso ottobre con le pere Conference prese ad Antey ho preparato la confettura di pere. Ho sbagliato a riempire i barattoli molto sotto il bordo... Ne sono usciti due vasetti grandi (avrei dovuto usare solo vasetti piccoli, adesso una volta aperto il barattolo ci si metterà tanto tempo per finirlo tutto!), più un vasetto piccolo assente nella foto perché l’avevo già dato a Luca da assaggiare.
Ho usato la pectina 2:1, per la prossima confettura fatta in casa proverò quella 3:1 (meno zucchero è sempre meglio).






Con le quattro pere avanzate ho fatto un’altra torta della Parodi con farina di grano saraceno. Molto buona, mi è piaciuta soprattutto la consistenza della farina che dava un po’ di “rustico” alla torta.






Prossima torta nuova da provare in questo mese di novembre: la torta caprese.